Le suore di clausura sono una realtà tanto antica quanto “nascosta” dal nostro sapere. Tra le figure più antiche del mondo ecclesiastico, anche se poco conosciuta, c’è la suora di clausura. Queste donne consacrate, infatti, vivono in comunità all’interno di monasteri, dedicando la propria esistenza alla preghiera, alla contemplazione e al lavoro, secondo una regola monastica ben precisa. Il termine clausura deriva dal latino claudere, che significa “chiudere”; questo rappresenta materialmente lo spazio chiuso per il ritiro religioso, lontano dal mondo esterno. La scelta di entrare in un convento di clausura è una vocazione radicale, che implica la rinuncia ai beni materiali, agli affetti familiari e alla libertà personale, per abbracciare una vita di preghiera e di dedizione totale a Dio.
Aspetto | Descrizione |
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Definizione | Donne consacrate che vivono in monasteri, separate dal mondo esterno. |
Principio Guida | Ora et labora (prega e lavora). |
Voti Solenni | Povertà, castità e obbedienza. |
Ordini Principali | Clarisse, Carmelitane, Trappiste, Certosine. |
Gerarchia | Guidate da una Madre Priora o Badessa. |
Chi sono le suore di clausura: origini e significato
In antichità le donne non maritate intraprendevano la strada del convento, spesso costrette dalle famiglie quando non potevano assicurare loro una dote adeguata. La clausura, quindi, nasce nei primi secoli del Cristianesimo, con la diffusione del monachesimo. Il motivo religioso che spinge alcune donne alla rigida vita da convento è la fede, il desiderio di dedicare l’intera vita a Dio, onorandolo, pregando e sacrificandosi secondo la regola dell’ora et labora. Le prime comunità monastiche femminili si ispiravano all’esempio di figure come Santa Chiara, fondatrice delle Clarisse, e Santa Teresa d’Avila, riformatrice dell’ordine delle Carmelitane. Nel corso dei secoli, sono nati diversi ordini claustrali, ciascuno con una propria regola monastica. Tra i più noti, oltre a Clarisse e Carmelitane, possiamo citare le monache della Visitazione, le Trappiste e le Certosine.
La vita nel monastero: regola e quotidianità
La regola di clausura stabilisce le entrate e le uscite: per le monache, è attiva e passiva, ciò significa che né possono uscire, né possono entrare esterni. La vita monastica all’interno di un monastero di clausura è scandita da ritmi precisi, che disciplinano ogni aspetto della quotidianità. Le monache di clausura trascorrono gran parte del loro tempo in preghiera e meditazione, sia individuale che comunitaria.
La giornata tipo di una suora di clausura
La giornata per una suora di clausura inizia molto presto, solitamente intorno alle 4 o alle 5 del mattino, con le prime preghiere. Dalla messa, ai pasti, alle varie attività come la cura dell’orto, la coltivazione, il cucito e le letture di testi sacri, si arriva al momento della ricreazione, in cui le suore possono dialogare tra loro. Dopo ulteriori preghiere, si va a dormire, generalmente non oltre le 22.
Le riforme sulle regole di entrata e uscita
Rispetto all’antica realtà alcune regole sono cambiate. Un’importante riforma ci fu nel 1983, con la promulgazione del nuovo Codice di Diritto Canonico voluta da papa Giovanni Paolo II, che ha permesso alle suore di clausura di poter uscire dal convento per validi motivi. Successivamente, la costituzione apostolica Vultum Dei quaerere, promulgata da papa Francesco nel 2016, ha ulteriormente aggiornato le norme sulla vita contemplativa femminile. Anche se non tutti i monasteri hanno accolto pienamente la riforma, ad oggi esiste una maggiore apertura rispetto al passato, pur nel rispetto dei principi fondamentali della vita claustrale.
La gerarchia all’interno di un monastero
Esiste un sistema gerarchico composto da differenti ruoli. A capo della comunità c’è la madre priora (detta anche badessa), eletta democraticamente dalle altre suore. La madre badessa è affiancata da un Consiglio, un organo composto da quattro suore da lei scelte, una delle quali è incaricata di formare le giovani che aspirano a prendere i voti. All’interno del monastero, vi sono poi le novizie, che hanno già iniziato il percorso di formazione, e le postulanti, che stanno ancora discernendo la loro vocazione.
I voti delle suore di clausura
La vita di clausura prevede l’assunzione di voti solenni. È errato, però, immaginare la suora di clausura come la Monaca di Monza manzoniana, costretta a una scelta non sua. I voti, siano essi temporanei o perpetui, rappresentano l’impegno che la monaca assume di vivere secondo i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Questi tre voti sono il fondamento su cui si basa l’intera esistenza delle suore di clausura, rappresentando una rinuncia volontaria per una dedizione totale a Dio.
Una scelta di vita ancora attuale
Attualmente, i monasteri degli ordini claustrali nel mondo sono più di 3.000, e le suore di clausura sono all’incirca 38.000: una pratica devozionale ancora molto attiva. Nonostante la secolarizzazione della società e il calo delle vocazioni, la vita claustrale continua ad affascinare e ad attrarre donne che desiderano consacrarsi interamente a Dio. Le suore di clausura, con la loro esistenza radicale, rappresentano una testimonianza di fede e una presenza orante nel cuore della Chiesa e del mondo.
L’articolo è stato aggiornato in data 24 agosto 2025.