Poesie di Oscar Wilde: le 8più belle

Poesie di Oscar Wilde: le 5 (+3) più belle

L’eclettico Oscar Wilde (1854-1900) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese, esponente del decadentismo e dell’estetismo britannico. Le sue opere hanno uno stile raffinato e riflessivo. È noto, inoltre, per la sua condanna a due anni di lavori forzati per omosessualità. Nato a Dublino, si trasferì a Londra dove divenne una delle figure più note della sua epoca. Autore di capolavori come “Il ritratto di Dorian Gray”, la sua poesia esplora temi come l’amore, la bellezza, il peccato e la nostalgia con un linguaggio elegante e provocatorio.

Le poesie di Oscar Wilde in sintesi

Poesia Tema principale
Datemi una notte Il desiderio di un amore passionale e totalizzante con un ideale di bellezza classica (la Venere di Milo).
Chi non ha mai visto La nostalgia per un amore perduto, cristallizzato nel ricordo di un ultimo, lento bacio.
Noi opprimiamo la nostra natura Una critica alle auto-limitazioni umane (sensi di colpa, pentimenti) che impediscono di vivere pienamente.
La grazia in qualche modo L’impossibilità di vivere la vita desiderata e il rimpianto per i pochi momenti di felicità autentica.
Se non avessimo amato L’amore come forza motrice dell’universo, senza il quale la natura stessa perderebbe il suo slancio vitale.
Requiescat Un toccante epitaffio per la sorella Isola, morta giovane, che unisce delicatezza e dolore.

1. Datemi una notte

Questa poesia è una richiesta del poeta per avere una notte d’amore con la Venere di Milo. Il poeta immagina che essa si possa ridestare e vivere per una notte, disperata e passionale.

Datemi una notte e per amante
La Venere della piccola fattoria di Milo!
O se per un’ora una statua antica
Si ridestasse alla passione e io potessi
Scuotere l’Aurora fiorentina
Dalla sua muta disperazione,
Mischiarmi a quelle membra, ritrovare
In quel petto il mio rifugio.

2. Chi non ha mai visto

Questa è una nostalgica poesia sul ricordo di un amore perduto, che si ridesta nella luce del giorno che filtra in una stanza buia.

Chi non ha mai visto in una stanza buia
Filtrare la luce del giorno
-Levandosi da un corpo adorato
Per accostare le tende
Con gli occhi sfiniti e pesti-
Non può capire quel che cerco di dire,
Quanto lungo fosse l’ultimo bacio, quanto lento
Quanto caldo il suo indugio.

3. Noi opprimiamo la nostra natura

Questa poesia parla in modo secco e deciso delle limitazioni che gli uomini creano a se stessi. Il poeta incoraggia il lettore a vivere libero da pentimenti e sensi di colpa.

Ma noi opprimiamo la nostra natura, affamati,
Nutrendoci di pentimenti vuoti
-Dio o destino nostri nemici.
Siamo nati troppo tardi, non possiamo
Trovare sollievo in un seme secco di papavero,
Noi, che in un solo battito di tempo
Costringiamo la gioia dell’amore infinito
e il dolce dolore feroce dell’infinito peccato.
Siamo stanchi di questo senso di colpa,
Stanchi della disperazione cruda del piacere,
Stanchi dei templi che abbiamo costruito
e delle preghiere giuste inascoltate.
L’uomo è debole, Dio dorme.
Il cielo è in alto. Una scintilla.
Grande Amore. Morte.

4. La grazia in qualche modo

Questa poesia parla dell’impossibilità del poeta di vivere la vita che vorrebbe, a causa delle costrizioni sociali. Non gli resta che il ricordo dei pochi attimi felici.

La grazia in qualche modo, il fiore delle cose sfugge
a noi, i più miseri di tutti, i più infelici.
Noi che per pietà dobbiamo
vivere la vita di altri non la nostra. E poi distruggerla
con tutto dentro. Era ben diverso
quando l’anima e corpo pareva si fondessero
in sinfonie mistiche.

5. Se non avessimo amato

Questa poesia parla dell’amore e della sua energia, in grado di far continuare il ciclo della vita. Dopotutto, Oscar Wilde ha vissuto sempre in funzione dell’amore.

Se noi non avessimo amato,
Chi sa se quel narciso avrebbe attratto l’ape
Nel suo grembo dorato,
Se quella pianta di rose avrebbe ornato
Di lampade rosse i suoi rami!
Io credo non spunterebbe una foglia
In primavera, non fosse per le labbra degli amanti
Che baciano. Non fosse per labbra dei poeti
Che cantano.

6. Requiescat

La persona a cui Wilde si rivolge in questa toccante poesia è Isola Wilde, sua sorella, morta a soli 10 anni. Il titolo è la forma abbreviata del latino “Requiescat in pace” (Riposa in pace).

Procedi con leggerezza, lei è vicina
Sotto la neve
Parla dolcemente, può sentire
Le margherite crescono.
Tutti i suoi luminosi capelli dorati
Appannato dalla ruggine,
Lei che era giovane e bella
Caduta in polvere…

7. The Garden of Eros

Influenzato da Swinburne e Keats, Oscar Wilde si cimenta in una poesia che presenta un immaginario erotico e decadentista, descrivendo un paesaggio idilliaco, un locus amoenus.

It is full summer now, the heart of June;

Not yet the sunburnt reapers are astir

Upon the upland meadow where too soon

Rich autumn time, the season’s usurer,

Will lend his hoarded gold to all the trees,

And see his treasure scattered by the wild and spendthrift breeze…

8. Theocritus: A Villanelle

Il titolo cita Teocrito, inventore della poesia bucolica, e la forma metrica è quella della “villanelle”. In questo componimento, Oscar Wilde introduce immagini che provengono dagli idilli di Teocrito, parlando di Persefone e della Sicilia.

O singer of Persephone!

In the dim meadows desolate

Dost thou remember Sicily?

Still through the ivy flits the bee

Where Amaryllis lies in state;
O Singer of Persephone!

Simaetha calls on Hecate
And hears the wild dogs at the gate;

Dost thou remember Sicily?

Fonte immagine: Wikipedia


Articolo aggiornato il: 27/08/2025

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