Da sempre il cinema accompagna ogni festività e celebrazione ricordandone l’atmosfera e contribuendo a costruirla: ovviamente in tutto questo il Natale la fa da padrone, considerando i tanti film natalizi esistenti, declinati in ogni paese secondo la propria cultura e toccando ogni genere, ma principalmente il fantasy e la commedia. Così stavolta, per vivere e rivivere al meglio l’atmosfera natalizia, si andranno a ripercorrere i suoi caratteri attraverso 3 film d’animazione di Natale, che si possono annoverare tra le migliori del loro tipo.
1. Nightmare Before Christmas (1993), tra autorialità e innovazione
Il primo è Nightmare Before Christmas (1993), diretto da Henry Selick, ideato e co-prodotto da Tim Burton. L’opera ha avuto subito un successo di critica, in particolare per l’innovazione della stop-motion, riuscendo ad essere nominato all’Oscar per i migliori effetti speciali e diventando in seguito il primo film d’animazione in stop-motion interamente convertito in 3D. La storia è incentrata sul personaggio di Jack Skeletron, re delle zucche della città di Halloween, il quale decide di dare una svolta alla sua vita esplorando quella del Natale e cercando di riprodurne lo spirito assumendo il ruolo di Babbo Natale. L’assoluta importanza del film è dovuta sicuramente all’animazione, ma anche all’ibridazione dei generi in esso, dal momento che il dark fantasy tipico burtoniano va ad unirsi all’horror di Halloween, all’atmosfera del Natale e soprattutto al musical dei film d’animazione Disney, essendo la Touchstone Pictures, casa di produzione del lungometraggio, un suo marchio. Ciò che stupisce è la completa armonia tra i diversi spiriti che compongono l’opera, rendendola compatta e indimenticabile una volta vista: infatti già a monte esiste una collaborazione armonica, quella tra il regista Selick, che propone un’estetica grottesca tesa all’esagerazione e alla stravaganza interpretando a suo modo la paura e il disgusto (come nel successivo Coraline e la porta magica), e l’ideatore Burton, fautore di una simile estetica ma soprattutto di storie surreali legate più della realtà quotidiana alle emozioni e alla natura umana (come nel celebre Big Fish – Le storie di una vita incredibile). Infine rimane un quesito, dettato dalla trama e dalla diversità di stili coinvolti, ovvero se il film sia di Halloween o di Natale: la risposta è che la genialità dei creatori è stata proprio quella di descrivere entrambe le festività occidentali fondendole e contrapponendole, servendosi del protagonista Jack per raccontare della eterna dualità umana tra il bene e il male, ma soprattutto
della soggettività della bellezza, messaggio artistico prima che morale e sociale.
2. Tokyo Godfathers (2003) e la società giapponese
Secondo lungometraggio preso in esame è Tokyo Godfathers (2003) di Satoshi Kon. Questo film anime del regista giapponese Kon (autore di capolavori come Paprika, da cui ha preso spunto Nolan per Inception) è ispirato all’opera letteraria di Peter B. Kyne, Three Godfathers (1913), e narra l’avventura di tre senzatetto molto diversi ma conviventi, che alla vigilia di Natale trovano abbandonata tra l’immondizia della fredda Tokyo una bambina, la quale li porterà ad unire le forze per riportarla ai genitori, ritrovando una speranza che pensavano di aver perso. L’autorialità di Kon si rivela con tutta la sua magnificenza anche in una comune storia di Natale, dove per comune si intende l’atmosfera che permea tutta l’opera, perché il film d’animazione è tutto tranne che comune: infatti il regista cerca sempre di far aderire l’episodio narrato alla realtà in cui è ambientato, con un’animazione molto realistica; tuttavia pone continuamente l’enfasi sulle emozioni dei personaggi, al punto che il loro aspetto quasi si deforma in modo grottesco reagendo agli avvenimenti. Il risultato è una perfetta caratterizzazione dei protagonisti, soprattutto dal punto di vista psicologico, considerando la loro eterogeneità: un uomo separato dalla famiglia, una ragazza scappata di casa e una donna transessuale ex-drag queen. Come sempre l’autore affronta vari temi sociali legati ai personaggi e la realtà descritta, ma non lo fa con retorica tantomeno con approfondimenti documentaristici, piuttosto riesce ad utilizzare un umorismo che comunica contraddittorietà in ogni occasione.
3. Le 5 leggende (2012): il Natale come racconto di formazione
Terzo e ultimo film di questa disamina è Le 5 leggende (2012) di Peter Ramsey, prodotto dalla DreamWorks e basato sulla serie di libri e sul corto L’uomo della Luna dello scrittore statunitense William Joyce. Il lungometraggio di Natale, nonostante una nomina ai Golden Globe, non può competere con i due film d’animazione precedenti, per gli stili più evidentemente personali degli autori, ma ciò viene compensato dalla regia con scene di inseguimento e lotta capaci di unire magia e umanità, sia in senso negativo che positivo. La trama, essendo riferita a diverse mitologie e culture, è un caso a parte ma regala una sceneggiatura piena di emotività e temi su cui riflettere, soprattutto di formazione e quindi adatti ai più giovani: la genesi dell’immaturo e magico Jack Frost si intreccia con le gesta dei quattro Guardiani dell’infanzia, le leggende di Babbo Natale, del Coniglio Pasquale, della Fatina dei denti e di Sandman, l’Omino del sonno. Motore della storia è il ritorno dell’Uomo nero, sconfitto durante i passati Secoli Bui ma tornato grazie alla sempre minore fiducia dei ragazzini nelle leggende, che può essere sconfitto solo con un nuovo Guardiano, eletto dall’entità astrale dell’Uomo nella Luna: esattamente Jack Frost. Prima questione da affrontare è proprio quella relativa alla festività, perché, seppur il racconto non si concentri sul Natale, Babbo Natale è considerato quasi il capo dei Guardiani e, oltre al lavoro scenografico e fotografico (se così si possono definire) sugli ambienti e i colori prettamente invernali se non natalizi, la stessa struttura della trama pone in evidenza la funzione della festa come rinascita e gioia. Al di là di ciò, anche stavolta i personaggi sono eccelsi, prima di tutto per il loro incarnare in tutto e per tutto con psicologia e design i propri poteri, apparendo anche poco realistici ma sulle righe in maniera spettacolare. Dall’inizio i protagonisti sono funzionali al ritmo e alle tematiche, travolgendo lo spettatore a prescindere dall’età per far nascere la speranza che in qualche modo quelle leggende siano veritiere, una su tutte quella di Frost, la più vicina nonostante la poca conoscenza alla natura umana.
Fonte dell’immagine per Film d’animazione di Natale: i 3 migliori: immagine promozionale di Tokyo Godfathers