Saltare lo squalo, quando il troppo stroppia

Saltare lo squalo

Saltare lo squalo, ecco la storia di una locuzione usata dai fan per raccontare il decadimento di una serie televisiva o una saga cinematografica.

Era il 20 settembre del 1977, quando l’emittente statunitense ABC trasmise un particolare episodio della famosissima serie televisiva Happy Days. Si trattava del terzo episodio della quinta stagione, intitolato Hollywood-Part 3 (trasmesso nel Belpaese con il titolo Fonzie, un nuovo James Dean?- Parte 3), quando Arthur Fonzarelli (alias Fonzie) cerca di entrare nel mondo del cinema hollywoodiano, imitando  il divo James Dean. Il personaggio di Henry Winkler, indossando la giacca di pelle, un costume da bagno e calzando degli scii nautici, salta ed esegue un’acrobazia sopra una vasca contenente un famelico squalo bianco.

La puntata (sceneggiata da Fred Fox Jr.) registrò lo share televisivo più alto di quella settimana, ma sbalordì in modo negativo i fan della serie tv prodotta da Ron Howard. Venne reputata “esagerata e lontana dallo stile originale”. Certamente Happy Days continuò fino all’undicesima stagione, però il tentativo di Fonzie di cimentarsi in una sfida impossibile, pur di divenire un attore per film d’azione, restò impresso nella mente dei telespettatori americani. Da questa vicenda nacque il modo di dire “saltare lo squalo” (Jump the Shark), usato per descrivere una saga cinematografica o una serie televisiva che, una volta divenuta popolare, inizia a perdere la qualità degli esordi.

Saltare lo squalo, il giornalista Piero Trellini descrive il fenomeno e identifica i segnali di rischio

Il giornalista Piero Trellini ha descritto questo fenomeno in un suo articolo pubblicato sul quotidiano Il Post nel dicembre del 2017. L’autore ritiene che anche altre serie tv abbiamo compiuto il “salto dello squalo”:

«Dal momento in cui è stata coniata l’espressione di aver saltato lo squalo sono state accusate le principali serie televisive, comprese quelle degli ultimi anni, soprattutto per i finali di stagione: How I Met Your Mother (per il finale della settima stagione nel quale si scopre che sarà Robin la misteriosa futura sposa di Barney); Friends (per il finale della quarta stagione, quando sull’altare Ross pronuncia il nome di Rachel anziché di Emily); Dexter (perché al termine della quarta stagione viene ucciso il serial killer Trinity personaggio amatissimo); The Walking Dead (per la falsa morte di Glenn, nella sesta stagione, che irritò gli spettatori); Grey’s Anatomy (con l’episodio musicale della settima stagione); Dr. House (quando House si opera da solo alla gamba nella settima stagione); The O.C. (con la morte di Marissa e la sua uscita di scena); Downton Abbey (con la morte di Matthew Crawley nella terza stagione); The Office (con il matrimonio tra Jim e Pam nella sesta stagione) [..]»

Lo stesso autore sottolinea che, sempre secondo il suo parere, una situazione del genere può avvenire nei seguenti casi:

  • quando un membro del cast principale abbandona la serie tv. In Charlie’s Angels Kate Jackson abbandonò il ruolo di Sabrina Duncan nella puntata finale della terza stagione;
  • oppure, quando un attore viene licenziato, o si allontana dal progetto, ed è sostituito da un collega che interpreta un nuovo personaggio. Per esempio, in Due uomini e mezzo (Two and Half Man) ci fu l’allontanamento di Charlie Sheen e l’arrivo di Ashton Kutcher;
  • il cambiamento radicale della personalità  dei personaggi, come nel caso di Roberto Ferri e Michele Saviani nella soap opera Un posto al Sole (le quali, secondo il parere di Trellini, tendono facilmente a saltare lo squalo)
  • l’arrivo di un film basato sulla serie tv, come il caso di Boris-Il Film (prosieguo della serie tv satirica con Francesco Pannofino e Carolina Crescentini)
  • la presenza di una puntata narrata in stile musical, come accaduto per Grey’s Anatomy.

Anche le serie animate non sono esenti da fenomeni del genere. I Flitstones hanno saltato lo squalo nella settima puntata della sesta stagione, con l’introduzione del Grande Gazoo (un piccolo alieno verde arrivato, per caso, sulla Terra), ritenuto fuori luogo per le vicende di Fred e Barney. 

Indiana Jones e il “frigorifero anti-atomico”, quando un grave errore di sceneggiatura danneggia un film 

Per quanto riguarda il cinema, una locuzione simile a “saltare lo squalo” è “bombardare il frigo” (Nuke the Fridge), nata da una controversa scena del film Indiana Jones e il regno dei teschi di cristallo (Indiana Jones and the Kingdom of Crystal Skrulls, 2008), diretto da Steven Spielberg e sceneggiato da David Koep.

Nel quarto capitolo della saga dell’archeologo interpretato da Harrison Ford; il protagonista (ritrovatosi nel deserto del Nevada, dopo una colluttazione con dei militari sovietici entrati in una base segreta americana) giunge in una cittadina, dove ci sono soltanto dei manichini in plastica. Comprende, quindi, di essere in sito dove si effettuano test nucleari e cerca di scappare. Per salvarsi dalle radiazioni emesse dalla bomba, appena innescata, Indiana Jones si nasconde all’interno di un frigorifero. In seguito, egli uscirà illeso nonostante la forza distruttrice dell’ordigno nucleare e riceverà l’assistenza delle truppe militari locali.

L’avvenimento risulta “poco credibile”; ma, a differenza dell’altra locuzione, viene usata per descrivere “un grave errore di sceneggiatura”, il quale rende una vicenda poco credibile “facendo crollare tutto il resto del film”. 

Fonte immagine di copertina: Pexels

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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