Demake, quando i remake tornano indietro

Demake, quando i remake tornano indietro

Il mondo dei videogiochi è spesso pieno di titoli che sono remake di altri, ovvero delle versioni migliorate a livello di grafica e di funzionamento, aumentando le prestazioni e il godimento dell’esperienza videoludica. I remake sono fenomeni che spesso vanno a migliorare videogiochi singoli o saghe, che sono state apprezzate dai fan in quel periodo di uscita: basti pensare ai vari remake dei primi titoli della collana di Resident Evil; oppure il remake annunciato del videogioco Metal Gear 3. Esiste un fenomeno molto simile ai remake, ma è il suo esatto opposto: i demake.

I demake sono il contrario dei remake, infatti al posto di migliorare le prestazioni visive e tecniche di un videogioco, le “peggiora”, andando a strutturare il nuovo titolo per la nuovissima Playstation 5 in un gioco da console vintage come la Playstation 1 o il SNES (Super Nintendo Entertainment System). Quando si crea un demake di un videogioco, bisogna togliere ogni elemento visivo e meccanico che sia moderno, come la grafica iper realistica e i movimenti fluidi della telecamera e dei personaggi.

Uno degli esempi più famosi di demake nel mondo dei videogiochi riguarda la collana di Resident Evil, quando nel 2001 uscì per il Game Boy Color il titolo Resident Evil Gaiden. Questo non sembrerebbe un demake, se non fosse che nello stesso anno Capcom rilasciò un altro titolo della stessa saga, ovvero Resident Evil Code: Veronica sul Sega Dreamcast, che fu realizzato con una tecnologia molto più avanzata rispetto all’altro titolo su game boy. Optarono per una visuale della telecamera dall’alto, una grafica in 8-bit e un diverso sistema di combattimento.

Come fu accolto questo azzardo della Capcom?
La critica si divise in due diverse opinioni, ci fu infatti chi criticò la scelta di un Resident Evil “antico”, andando molto più indietro nella realizzazione grafica e tecnica, visto che il primo titolo della serie che fu realizzato per Playstation 1, che aveva comunque una grafica e un sistema di gioco più avanzato del titolo per Game Boy Color. Molti criticarono la realizzazione di questo demake, il quale sostituì in modo drastico le ambientazioni horror e raccapriccianti dei soliti Resident Evil; in compenso venne comunque compensato per la presenza di enigmi complessi (comuni nella saga) e una storia avvincente, nonostante non sia canonica nella serie.

Tra i demake più famosi del momento sono delle versioni retrò di Elden Ring e Bloodborne, entrambi soulslike della FromSoftware. Il demake di Elden Ring, tra i due, ha cambiato molti elementi del gioco di nuova generazione, perché è stato ricostruito sotto la forma di un gioco per SNES: questo comporta anche a questo titolo una sostituzione della telecamera dietro al personaggio a una visione dall’alto; oltre a una grafica ridotta in 16-bit. L’esplorazione dell’immenso mondo di Elden Ring viene ridotta a una selezione del livello, in cui ogni luogo iconico del gioco può essere selezionato per esplorare o combattere contro i famosissimi boss, come Radahn e Malenia.

Il demake di Bloodborne fu realizzato con uno stile diverso, molto più simile ai titoli per Playstation 1, ma conservando molte delle meccaniche e delle ambientazioni del gioco originale. Nonostante la “bassaqualità della grafica, tutti i titoli demake possono essere una scelta interessante per chi si annoia dei soliti titoli nuovi di zecca e ha voglia di ritornare un po’ nel passato con una storia che si conosce già molto bene.

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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