Pixel art nei videogiochi, 5 migliori esempi

Pixel art nei videogiochi: le più belle espressioni del retrogaming

La pixel art nasce verso la fine degli anni settanta, nell’immaginario comune la pixel art è sinonimo di passato, vediamo insieme quali esempi possiamo ritrovare nel retrogaming del passato e della sua evoluzione nel presente:

Notevole impatto nella storia del pixel art è stato dato dal gioco Pac-Man, ritenuto un classico dei retrogaming riproposto in chiave moderna anche grazie a nuove tecnologie come app per smartphone. Il gioco consiste nel guidare una creatura sferica di colore giallo, di nome Pac-Man, facendole mangiare tutti i numerosi puntini presenti all’interno del labirinto e, nel far questo, deve evitare di farsi toccare da quattro fantasmi. Completato un labirinto attraverso la fagocitazione di tutti i puntini, Pac-Man passa a quello successivo, le varie fasi sono intervallate da scenette umoristiche che vedono protagonisti Pac-Man e il fantasma Akabei.

Un altro titolo sicuramente degno di nota per la pixel art è Space Invaders. Il giocatore controlla un cannone mobile che si muove in modo orizzontale sul fondo dello schermo, e deve abbattere a uno a uno gli alieni che si avvicinano alla Terra. Il cannone è parzialmente protetto da alcuni bunker difensivi immobili. Il gioco si conclude quando gli alieni raggiungono il fondo dello schermo o quando il cannone viene distrutto più volte.

In una lista di pixel art non può mancare la saga videoludica giapponese di Final Fantasy, dove nei primi capitoli viene utilizzata la tecnica pixel art. Il gameplay si basa su battaglie a turno ambientate in alcuni dungeon dove avvengono scontri con mostri più o meno forti, in base al luogo in cui il giocatore si trova.

Ancora oggi vengono sviluppati videogiochi che seguono questo stile particolare di pixel art, come ad esempio Undertale, un gioco di ruolo con veduta aerea nel quale il giocatore veste i panni di un bambino, con cui deve esplorare un mondo sotterraneo in cerca di una via d’uscita. Sparsi per le mappe, gli abitanti del sottosuolo sono mostri dalle forme varie e alquanto particolari: incontrandoli, il protagonista può decidere se combatterli o meno.

Arriviamo quindi a Octopath Traveler, omaggio ai videogiochi di ruolo pubblicati negli anni ’90 su Super Nintendo Entertainment System. All’inizio della partita il giocatore deve scegliere uno degli otto personaggi principali. Il gioco si svolge in due diversi tipi di ambienti: le città e le aree selvagge. I giocatori controllano una compagnia di otto avventurieri, di cui quattro possono essere schierati in campo e quattro restano nelle retrovie; ogni personaggio ha una diversa classe che ne determina le capacità e il ruolo entro il gruppo.

Da come abbiamo potuto vedere la pixel art rappresenta una chiave importante nel mondo videoludico del passato ma è ancora possibile considerarla una forma di espressione anche dei nostri giorni.

fonte immagine: Wikipedia

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