Museo della follia, storia e curiosità sulla mostra allestita da Vittorio Sgarbi
Follia è coraggio, sovversione, discussione, libertà. Identità. Quando abbiamo iniziato a stagnare e cementificarci nel concetto di normalità, abbiamo iniziato anche a chiudere alcuni nostri simili in manicomi e ospedali. “Entrate, ma non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento” – come alla soglie di un mondo esterno e sconosciuto, ma annidato in ognuno di noi, siamo esortati ad addentrarci nella mostra “Museo della Follia“, presentata oggi 2 dicembre a Napoli e allestita alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta fino al prossimo 27 maggio.
Una presentazione alla stampa, alla quale hanno partecipato anche prestatori d’opera, collezionisti e sponsor, nella cripta della Basilica appena aperta e restaurata. Un parterre di relatori eccellenti che hanno preceduto il curatore Vittorio Sgarbi, quali Monsignor Vincenzo de Gregorio rettore della chiesa, il magistrato Nicola Graziano, lo psicologo Raffaele Morelli, il direttore del museo Madre Andrea Viliani e la direttrice dell’ospedale Santobono Pausillipon Annamaria Minicucci al quale Diego Armando Maradona ha ceduto in beneficenza il cachet ricevuto per l’utilizzo del suo nome.
Museo della Follia, elogio alla follia!
La mostra si articola in diverse sezioni: il percorso apre con i dipinti e le sculture di grandi maestri della storia dell’arte internazionale come Francisco Goya, Francis Bacon, Adolfo Wildt e nazionale – come Telemaco Signorini, Fausto Pirandello, Antonio Ligabue – la cui mente, attraversata dal turbamento nelle forme più disparate, ha dato forma a un’arte a volte inquieta e febbrile, a volte imponente e conturbante. Prosegue poi con gli Stereoscopi: supporti visivi attraverso i quali il visitatore viene trasportato in un’altra dimensione, precisamente nell’ex ospedale psichiatrico di Mombello, luogo dove ha trascorso diversi anni della sua vita l’artista Gino Sandri, le cui opere si alternano in un corridoio di emozioni. La presenza ipnotica di Carlo Zinelli, rompe la scena con dei coloratissimi dipinti e trova assonanza con l’esperienza artistica di Venturino Venturi, uno spirito giocoso e al contempo tragico, a metà strada tra fiaba e turbamento. Fabrizio Sclocchini ci conduce nelle stanze di un ex-manicomio abbandonato attraverso una serie di fotografie dal titolo “Gli assenti”. Sono immagini poetiche, forti, che riportano in vita quei luoghi oggi abbandonati e sospesi in un tempo che non c’è più. Tra le video installazioni troviamo anche un inedito monologo di Paolo Crepet “Arte Libertà Follia Dolore. Da Mario Tobino a Franco Basaglia”; e alcuni interessanti documentari, tra cui “O.P.G”, un estratto dell’inchiesta condotta dal Senato della Repubblica sugli ospedali psichiatrici giudiziari. Testimonianze preziose, come quegli oggetti che costituiscono la Stanza dei Ricordi e che diventano qui spunti suggestivi per dialogare e discutere con se stessi della propria idea di normalità.
Tra le novità di questa edizione ci sono due imponenti sculture che portano la firma di Cesare Inzerillo. La prima, omaggio alla città di Napoli e alla sua tradizione scaramantica, è un Corno Reale di oltre 3 metri; l’altra è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra – posto in relazione al celebre dipinto L’adolescente di Silvestro Lega.
Assume dimensioni colossali anche la Griglia – la celebre installazione del Museo della Follia nella quale vengono mostrati i ritratti recuperati dalle cartelle cliniche di alcuni pazienti di ex manicomi – che si estende su quattro pareti, arrivando a una superficie complessiva di oltre 80 metri quadrati e la cui luminosità scuote i sensi e le coscienze degli osservatori, portandoli a domandarsi quale sia la percezione più vera del sé e in quali contesti è verosimile pretenderla.
Diego Armando Maradona è il Caravaggio del Novecento
In questa edizione partenopea, la vera grande novità, da cui ha origine il sottotitolo, è l’ingresso del mondo del calcio nel mondo dell’arte: il Museo della Follia include qui, tra le vite di pittori, scultori e poeti, la presenza di Diego Armando Maradona. Spiega Sgarbi: “Non esiste un capolavoro indiscusso come non esiste un genio indiscusso. Fino a Caravaggio la vita di artisti anche immensi come Leonardo o Michelangelo è inferiore all’opera. Con lui la vita diventa arte. Come in Maradona. In entrambi l’esistenza passa per un abisso che non santifica. Non è una forzatura. I volti di Caravaggio sono i ragazzi di vita, delle strade, delle periferie dell’umanità. Le sue opere mostrano al contempo dolore e divino, luce e buio, peccato e redenzione. Maradona è il Caravaggio del Novecento. E io lo porto in un museo.”
Vincenzo Baldini, Sandro Bettin, Claudio Centimeri, Luca Crocicchi, Ulderica Da Pozzo, Giovanni Gasparro, Gaetano Giuffrè, Ernesto Lamagna, Raimondo Lorenzetti, Gianni Lucchesi, Marilena Manzella, Tarcisio Merati, Gaspare Palazzolo, Alessandro Papetti, Tancredi Parmeggiani, Luigi Serafini, Nicola Sferruzza, Studio Azzurro, e ancora tanti autori con tante opere pensate per sé e per chi ha la voglia, nonché il coraggio, di considerare di essere forse dalla parte degli omologati; che l’abbandono delle redini razionali e identitarie possa lasciarci correre verso un abbraccio alla nuda verità. Qualsiasi essa per noi sia.
Museo della Follia di Vittorio Sgarbi, foto