Annie Ernaux: chi è la vincitrice del Nobel

Annie Ernaux: chi è la vincitrice del Nobel

Annie Ernaux, una delle scrittrici più stimate del panorama letterario francese, il 6 ottobre 2022 ha ricevuto il premio Nobel per la Letteratura «per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi della memoria personale».

Annie Ernaux è la scrittrice che, attraverso le sue opere, ha rivoluzionato il genere dell’autobiografia, trasformando il racconto degli eventi che hanno segnato la sua vita in un vero e proprio strumento di indagine sociale.

Scopriamo insieme chi è Annie Ernaux

Biografia

Annie Ernaux nasce il 1° settembre del 1940 a Lillebonne, in Normandia, da una famiglia di umili origini.  Dopo gli studi conseguiti presso l’Università di Rouen, ottiene l’abilitazione all’insegnamento che le permette di insegnare lettere moderne in un liceo. Nel 1964 arriva il matrimonio con Philippe Ernaux, da cui ha due figli e dal quale si separa 17 anni dopo. Gli anni ’70 rappresentano un periodo importante per la vita e la carriera di Annie Ernaux: prende parte al movimento femminista, inizia a scrivere articoli di carattere politico per Le Monde e comincia a dedicarsi alla stesura dei suoi primi romanzi, continuando a lavorare come insegnante.  Si consacra esclusivamente alla scrittura solo nel 2000, quando si ritira dall’insegnamento per la creazione di alcune delle opere che le hanno conferito maggiore successo, come Gli anni, pubblicato nel 2008. A partire da questo momento, la carriera di Annie Ernaux è costellata di premi di grande prestigio, che la rendono ben presto una delle voci più autorevoli della letteratura francese e mondiale: nel 2017 vince il premio Marguerite Yourcenar, nel 2018 il premio Hemingway, fino ad arrivare al premio Nobel per la Letteratura, conferitole all’età di 82 anni.

Le opere: stile e temi

È sempre complicato classificare le opere di Annie Ernaux: non propriamente romanzi, non pure autobiografie, ma scritti in cui si fondono tra di loro diversi generi letterari, in cui la finzione si intreccia con la storia, la politica, la sociologia, e da qui il termine auto-socio-biografia” spesso utilizzato per descrivere le sue opere. Tutto ciò, in virtù di un unico obiettivo: scavare nella memoria individuale per trasformarla in memoria collettiva, perché la scrittura è un atto politico, è un’attività che può avere «conseguenze sulla coscienza e l’incoscienza della gente».

L’opera di esordio di Annie Ernaux, Gli armadi vuoti, viene pubblicata nel 1974 ed ha uno stile diverso da quello presente negli scritti successivi, anche se i temi affrontati verranno poi ripresi: si tratta, infatti, di un romanzo che si apre con l’aborto clandestino della protagonista, Denise Lesur, una studentessa universitaria proveniente dalla periferia parigina che, in un momento di paura, riflette sulla sua vita e finisce per sviluppare un odio feroce verso la sua condizione sociale e i suoi genitori. Ciò che rende Gli armadi vuoti diverso da L’evento, altra opera che tratta il tema dell’aborto clandestino, è il modo in cui Ernaux affronta il tema stesso: nel primo emerge il racconto di una giovane donna arrabbiata, che sembra avercela con il mondo, un mondo dal quale non solo non si sente capita, ma che la giudica per le sue scelte di vita.

Nel 1983 viene pubblicato Il posto, in cui Ernaux racconta la storia del padre, soffermandosi sui conflitti che hanno caratterizzato il loro rapporto padre-figlia. L’opera scava a fondo nella vita di un contadino che diventa operaio e poi gestore di un bar-drogheria, una storia raccontata con distacco, una distanza che può essere percepita dal linguaggio utilizzato: da un lato il gergo dei genitori, dall’altro quello che lei ha acquisito grazie agli studi. È a partire da quest’opera che Annie Ernaux sviluppa una prosa nuova: semplice, breve, essenziale. L’autrice non si perde in sentimentalismi, si limita a raccontare una storia, unica e individuale, che diventa irrimediabilmente universale. 

In Una donna, incentrato sulla morte della madre di Ernaux, e pubblicato nel 1988, è ancora più evidente il passaggio dallo stile turbolento dei primi scritti, a quello clinico e oggettivo delle opere più mature.

Questo stile caratterizza anche uno dei romanzi autobiografici più significativi di Annie Ernaux, L’Evento. Di nuovo, il tema affrontato è l’aborto clandestino: in una Francia in cui l’interruzione di gravidanza è illegale, una giovane studentessa è costretta a far ricorso ad un aborto clandestino. In maniera cruda e feroce, Ernaux descrive tutti gli aspetti che hanno caratterizzato quest’esperienza dolorosa: la paura, l’umiliazione, la vergogna, il sangue. L’Evento è un’opera che ha un messaggio politico potente e ancora oggi attuale perché è la storia di una donna che compie un gesto fortemente rivoluzionario per l’epoca, che si ribella alla società e lotta per rivendicare i propri diritti. 

L’opera che consacra la fama di Annie Ernaux è Gli Anni, pubblicato nel 2008: l’auto-socio-biografia per eccellenza, in cui la letteratura si intreccia con la storia e le riflessioni sociologiche per creare un’autobiografia collettiva. Ernaux scava nella sua memoria più profonda, proponendo quello che sembra a tutti gli effetti un excursus della storia francese e mondiale, a partire dal secondo dopoguerra fino ad arrivare ai primi anni 2000, passando per la lotta all’emancipazione femminile e l’attentato dell’11 settembre. Con il suo stile “piatto” ed essenziale, sembra di trovarsi davanti ad un album fotografico e man mano che si prosegue con la lettura, le pagine si trasformano in fotografie che testimoniano gli eventi che hanno segnato la storia dell’uomo e che hanno lasciato un segno nella vita dell’autrice.

Altro scritto importante di Annie Ernaux è L’Altra figlia, pubblicato nel 2011. Questa volta, al centro del racconto c’è la piccola Annie che, durante una conversazione della madre, scopre che i genitori hanno avuto un’altra figlia prima di lei, morta a soli sei anni. Una scoperta, questa, che la segnerà profondamente e che la porterà  a scrivere questa lettera alla sorella mai conosciuta, in cui rivela il peso del confronto, il suo sentirsi inferiore rispetto a quella bambina che è venuta al mondo prima di lei e che la morte prematura ha reso una figura perfetta e angelica, la gelosia e i sensi di colpa che ne derivano.

Attraverso le sue opere Annie Ernaux ha rivoluzionato i generi letterari, in particolare l’autobiografia: con la sua prosa essenziale, breve, a tratti cruda, è riuscita a rendere impersonali e collettivi momenti ed eventi che hanno segnato la sua vita; si è raccontata, ma in modo tutto suo, affinché chiunque potesse vedersi in lei e in tutti i personaggi che presenta ai lettori.

«Scrivere la vita. Non la mia vita, o la sua vita, o addirittura una vita. La vita, con i suoi contenuti che sono uguali per tutti ma che viviamo in modo individuale […].  Non ho cercato di scrivere di me, di fare un’opera della mia vita: ho usato la vita, gli eventi generalmente ordinari che l’hanno attraversata, le situazioni e i sentimenti che ho provato, come materiale da esplorare per cogliere e portare alla luce qualcosa dell’ordine di una verità sensibile.»

Fonte immagine di copertina: Wikipedia

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