Come si bacia nel mondo, alcune incredibili curiosità

Come si bacia nel mondo

Come si bacia nel mondo?

«Ma poi che cos’è un bacio? Un giuramento fatto poco più da presso, un più preciso patto, una confessione che sigillar si vuole, un apostrofo rosa messo tra le parole “T’amo”; un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito che ha il fruscio d’un’ape tra le piante, una comunione che ha gusto di fiore, un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore e assaporarsi l’anima a fior di labbra».

(Dal Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand)

Sublime e poetica descrizione di una tra le forme di contatto fisico più meravigliose ed intense che ogni giorno milioni di anime sperimentano.

Oggetto di opere d’arte, composizioni musicali ed opere letterarie, il bacio è la più pura e viscerale dichiarazione d’amore che si possa esternare. Perché un bacio incarna il desiderio e la voglia di spogliarsi da inibizioni e maschere, di abbandonarsi alla bellezza dell’incanto dell’eterno, racchiuso in un istante. Un bacio parla di promessa e reca con sé il sapore autentico dell’amore.

Ma il bacio non è mero sinonimo di libido e piacere. Esso assume diverse caratteristiche e significati a seconda del contesto socio-culturale, esprimendo una delle più comuni forme d’affetto, passione, ma anche amicizia, rispetto, costume e tradizione. La filematologia è la scienza che appunto ne studia i vari aspetti. Vediamo quindi come si bacia nel mondo.

Tipi di bacio

Come si bacia (o come si limona / come si pomicia, per dirlo in gergo popolare) nel mondo?

Tra le forme universalmente condivise di bacio si annovera il saluto. In Italia, così come in Europa, nei Paesi arabi e dell’America latina, il bacio è diffuso come forma di saluto soprattutto tra parenti ed amici, in particolare tra coloro che non si frequentano spesso. Generalmente ci si scambia due baci sulle guance, senza però poggiarci effettivamente le labbra, partendo dalla guancia destra per poi passare alla sinistra. In Spagna si porge invece prima la guancia sinistra e poi la destra.

Ma esiste anche il bacio su unica guancia: è quello praticato quotidianamente a livello maggiormente informale, magari salutando una sorella, una madre o un padre un po’ frettolosamente prima di uscire o recarsi a lavoro.

Il triplo bacio è invece tipico delle culture ortodosse, diffuso in Ucraina, Serbia, ma anche in Belgio, Svizzera e Polonia. Qui in particolare è ancora praticato il “baciamano”, consistente nello sfiorare appena con le labbra (di un uomo) il dorso della mano di una donna. Simbolo di galanteria negli ambienti nobili e raffinati.

Quando si instaura un rapporto d’amicizia e di forte affetto, il bacio sulla guancia si dona porgendo le labbra, in modo da baciare pienamente il viso dell’altra persona. Questo tipo di bacio è tra le forme scambievoli d’affetto più diffuse, perché sottolinea e dimostra il bene che si prova e spesso è accompagnato da teneri ed interminabili abbracci, di quelli da cui non ci si staccherebbe mai, desiderando ambrare quell’istante nel tempo.

Esiste poi il bacio stampato sulle labbra come segno di fratellanza. Anticamente infatti il bacio sulla bocca non aveva connotazione erotica, ma era piuttosto simbolo di comunione fraterna, anche tra persone dello stesso sesso, un po’ come la comune stretta di mano. Un esempio che affonda le sue radici nell’antichità è il famoso bacio di Giuda donato a Gesù, seppur celante tradimento. Nella letteratura, Dante Alighieri è baciato da Virgilio nella Divina Commedia (VIII Canto dell’Inferno), come forma di rassicurazione in seguito ad un difficile episodio.

Il bacio sulle labbra privo di connotazione puramente sessuale è anche quello donato dai genitori ai figli a partire dalla tenera età, così da esternare l’immenso bene provato.

Il bacio crea dipendenza, ed è quel che accade quando si veste di carica erotica e fortemente emozionale. L’innamoramento è potenzialmente caratterizzato da scambi frequenti di baci sulle labbra tra partner, creando l’idillio e la magia dipinti nella cornice romantica di un rapporto d’amore. Dall’emozione si passa al piacere, a quella libido irrefrenabile veicolata da alcuni tipi di bacio, in particolare il cosiddetto “bacio alla francese”. Le labbra si avvicinano, semiaperte, cominciando a cercarsi col tocco delicato delle lingue, che si massaggiano vicendevolmente. Più morbido è il bacio donato e scambiato, più intensa è l’adrenalina rilasciata, che prelude al desiderio di continuare a sfiorarsi, quasi divorarsi. Questo bacio è di solito accompagnato da uno scambio di morsi molto leggeri sulle labbra, ed è quasi sempre scambiato ad occhi chiusi tendendo generalmente ad inclinare la testa verso destra, quasi un richiamo all’allattamento infantile al seno.

Un bacio intenso ed appassionato può arrivare a durare anche per molti minuti, fino a desiderare di non smettere mai e perpetrare l’accarezzamento vicendevole dell’anima. Il bacio alla francese è un avvicinamento all’atto sessuale vero e proprio, tra i preliminari preferiti ed ampiamente praticati, insieme al bacio sul collo, che sembra quasi trasportare in un’altra dimensione, levitare e toccare il cielo con un dito.

Baciare vuol dire donare se stessi all’altra persona, raccontarle tacitamente i propri segreti e guardare dentro al suo cuore. Il bacio, specie quello sulle labbra, è un autentico incantesimo, che semina gioia, piacere e senso di protezione. Amore indotto e passione cercata e sviscerata, così il bacio si presta all’essenza dell’incontro di due anime, forse da sempre legate.

Esistono tuttavia tipi di baci a connotazione sacrale-spirituale, quelli praticati nella sfera religiosa su oggetti sacri. I musulmani, ad esempio, usano baciare la Pietra Nera alla Mecca, durante il pellegrinaggio rituale, così come gli ebrei baciano il Muro del pianto e oggetti sacri, come la Torah o il Siddur, durante la preghiera. Gli Hindu baciano la terra nei templi e i cristiani baciano la croce in segno di adorazione del Cristo o piedi e fronte della riproduzione scultorea di Gesù bambino nel periodo del Santo natale.

Esiste però anche una commistione di sacro e profano del bacio, concernente nel toccare la terra e portarsi poi la mano alle labbra baciando, in seguito al segno della croce, in segno di ringraziamento e richiesta di protezione. Un gesto quasi scaramantico, adoperato dagli esploratori quando scoprivano nuove terre – si pensi a Cristoforo Colombo – e dai calciatori prima di calcare il campo e iniziare il gioco.

Come si bacia nel mondo. “Paese che vai, bacio che trovi!”

A questo meraviglioso gesto d’amore universalmente riconosciuto, richiedente l’impiego di ben trentacinque muscoli facciali e centododici posturali, con ottanta milioni di batteri trasmessi, è stata dedicata una giornata celebrativa: il “World Kiss Day”, lanciato in Inghilterra nel 1990 e ben presto diffuso in ogni angolo del pianeta, per ricordare l’autenticità e l’estrema bellezza del bacio. La ricorrenza per il 2019 ricadrà nella giornata del 13 aprile.

Tuttavia, seppur universalmente riconosciuto e condiviso, il bacio si veste di regole e significati diversi. Vediamo subito come si bacia nel mondo.

Famoso e peculiare è il “bacio eschimese”, la cui modalità di effusione affettiva consiste per gli innamorati nello strofinarsi le punte dei nasi, l’una contro l’altra.

Simile al bacio eschimese è quello praticato in Nuova Zelanda dai Maori, dove le coppie indigene si scambiano affetto e tenerezze avvicinando le fronti e sfregando appunto le punte dei nasi.

La Thailandia punta invece all’olfatto. Se infatti in Europa e altrove predominanti nel bacio sono il contatto e il gusto, per i thailandesi predomina il tipo di effusione “olfattiva”: qui il bacio (detto Hom gäm) consiste nell’avvicinare il proprio naso alle labbra del partner, inspirandole lentamente e profondamente. Quanto più lungo e delicato è il respiro, tanto più il bacio risulta sensuale.

In Papua Nuova Guinea si viaggia su un fronte opposto, in quanto il contatto nel bacio è anche abbastanza esternato: qui il popolo delle isole Trobriand ha conservato l’abitudine di mordere il sopracciglio del partner o un suo ciuffo di capelli. Ѐ questa una pratica molto sensuale, dunque sconsigliata nella sfera pubblica e tra amici.

In alcune regioni del mondo il bacio è addirittura bannato, considerato come “attività privata”. Accade ciò in Cina, India e Giappone, dove il contatto con labbra altrui è considerato un’abitudine poco igienica. Al bando il bacio in Africa, dove in Kenya i Samburu di Barsaloi considerano il gesto come una pratica impura: secondo la loro tradizione, infatti, la bocca è la parte del corpo da utilizzarsi esclusivamente per mangiare. In India poi nessun bacio è ammesso prima del matrimonio.

In definitiva quella del bacio non è una pratica riconosciuta ovunque, là dove in alcune regioni del mondo è ritenuta impura, fastidiosa ed oltraggiosa, almeno se praticata pubblicamente.

Per i romantici tuttavia il baciarsi, specie sulle labbra, resta un’attività carica di libido, erotismo ed amore. Quel contatto morbido di pelle e lingua risveglia i sensi, esprimendo estremo affetto e veicolando quel pizzico di follia e creatività allo spirito, quel sale fremente e delicato insieme che trasporta le anime innamorate in una dimensione altra, unica e inarrivabile. Un bacio è imbevuto di paure e dolcezza, di fragilità e coraggio. Il bacio è quel contatto sublime che sa di stelle, di mare, di sapore buono, vero e genuino, caldo come la fiamma della passione e fresco come una brezza che sembra applaudire ed accarezzare il più incantevole spettacolo che la natura umana possa sperimentare ed offrire.

Foto di “Come si bacia nel mondo”: Il bacio (Hayez) – Wikipedia

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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