Fetish in Giappone: influenza e 6 dei più rappresentativi

Fetish in Giappone: influenza e 6 dei più rappresentativi

I fetish in Giappone non sono certamente argomento nuovo per l’audience occidentale.

Il Paese del Sol Levante può vantare di tantissimi fantasie e stimoli sessuali connotati molto spesso come bizzarri e stravaganti, così come incomprensibili. Non si può negare, tuttavia, che alcuni di quest’ultimi siano apprezzati anche oltreoceano, non relegandosi al semplice suolo nipponico. Vi sono anche festival all’insegna dei fetish, uno di questi il Fechifest, una delle più grandi convention per gli appassionati. Nel 2023 si è tenuto domenica 17 settembre e ci sono diversi dettagli esclusivi presenti sul sito ufficiale, quali i preparativi che si compiono in date specifiche in vista dell’evento.

In merito ai fetish in Giappone vi sono youtubers che hanno documentato alcuni dei servizi e “prodotti” presenti sul menù. Dalle riviste su cui sono sponsorizzate lewd girls (questa la traduzione inglese del termine con cui si definiscono alcune ragazze), a riproduzioni accurate di scenari tipici degli hentai, quali lo sneak-peek verso giovani studentesse in divisa in procinto di sedersi sulla tazza da bagno. Ad esempio, si prende una tavoletta e la si poggia su un tavolo forato, così che la persona che si sdraia al di sotto possa adocchiare i パンツ (“pants”) della studentessa.

I fetish in Giappone ci lasciano dunque immaginare quanto sia fervida l’immaginazione locale e quanto i giapponesi siano certamente aperti verso il mondo dell’erotismo e della sessualità, seppur contraddistinti da una nota di riservatezza nel quotidiano in merito ad effusioni in luogo pubblico. Non bisogna però pensare che i fetish in Giappone siano ristretti a tale area. Anzi, molti di questi son stati accolti anche altrove!

Esaminiamo alcuni dei fetish in Giappone più rappresentativi:

1. Wakamezake (わかめ酒)

Scomponibile nelle due parole wakame わかめ (in riferimento all’alga wakame) e sakè , ovvero alcol.

Appartiene a quella categoria di fetish in Giappone legata al soddisfacimento sessuale attraverso l’impiego di cibo e alcolici su un corpo nudo, prettamente femminile, poi ingeriti. In merito all’etimologia del termine, c’è la sociologa giapponese Tomomi Shibuya, che ha teorizzato che il termine wakame sia adoperato per una somiglianza riscontrata fra l’alga e i peli pubici femminili.

È una fantasia sessuale che vede le proprie origini nei distretti a luci rosse del periodo Edo, inizialmente presentato come gioco a cui si facevano partecipare le geishe in occasione del Nuovo Anno o altri eventi di buon auspicio.

2. Zettai Ryouiki (絶対領域)

Si traduce alla lettera in “territorio assoluto ed è un’espressione adoperata per indicare lo strato di pelle nuda delle gambe fra la minigonna (o pantaloncini) e le calze.

Le origini della parola si rifanno al famosissimo anime del 1995 Neon Genesis Evangelion, in cui vien presentato il termine A.T. Field, con cui si indica un’area sacra in cui nessuno può accedervi. La traduzione giapponese contratta del termine (ovvero Zettai Ryouiki) ha acquisito sfumature nuove, diffondendosi largamente fra la comunità otaku ed oltre, divenendo di uso comune.

3. Kinbaku e Shibari

Sono due termini intercambiabili con cui si appella il bondage, in stile giapponese. Sono parole molto specifiche che sono divenute (soprattutto la seconda), alla mercè di chiunque sia vicino al mondo della cultura BDSM o ne sia semplicemente interessato. Come appena accennato, Kinbaku 緊縛 (“legatura stretta”) e Shibari 縛り (“fissare”; “legare”) sono associati molto frequentemente, in modo giusto, al mondo del sadomasochismo e rientrano sicuramente tra i fetish più rappresentativi in Giappone. Bisogna prestare attenzione ad alcuni aspetti fondamentali:

I due hanno origini antichissime e agli albori la pratica del legare serviva a fini estetici o religiosi, attraverso l’uso delle corde come metafora del legame col divino. Infatti, in contesti non strettamente legati al sesso, si fa ancora riferimento a funzioni quali quella artistica. Più precisamente, con Kinbaku e Shibari si parla di “antica forma artistica di legatura giapponese”.

4. Kemono

Kemono è l’equivalente giapponese della parola occidentale furry, animali antropomorfi dalle caratteristiche e proprietà umane, quali le capacità cognitive e linguistiche. Molto più dettagliatamente, kemono è un genere d’arte giapponese e viene spesso adoperato in forme artistiche quali manga e anime, fino alla pittura e i videogiochi.

Non è difficile pensare che questa categoria di rappresentazioni abbiano stimolato un forte interesse e nascita di una nuova forma di feticismo. Infatti, tra i fetish in Giappone annoveriamo anche quello verso i furries, o kemono, che prevede una forte sollecitazione all’indossare accessori o costumi che ricordino parzialmente e non i suddetti, risvegliando un tono animalesco durante l’atto sessuale.

Naturalmente il furry fandom si estende a livello mondiale, raccogliendo numerosi coltivatori di questa cultura in diverse parti del globo. Vi sono social media su cui numerosi fanartists pubblicano tavole rappresentanti kemono, o furries.

I kemono presentano una sottocategoria: i kemonomimi (“orecchie di kemono”), in cui l’elemento animalesco è minimo e secondario a quello umano; dunque, si parla più propriamente di esseri umani che presentano semplicemente orecchie di animali o coda.

5. Tentacle erotica

Il shokushu goukan 触手強姦 (“violazione del tentacolo”) è forse uno dei maggiori fetish in Giappone. Ha origini che vanno oltre l’età contemporanea, in cui vedere l’idea del tentacolo in numerosi manga hentai non ci sorprende affatto. Possiamo confermare che già alla fine del 1700, diversi artisti abbiano proposto immagini di donne alle prese con un rapporto sessuale cui partner era un polpo, il ché già dice tutto.

Il rapporto sessuale che si innesca tra la donna (o uomo, in rappresentazioni omoerotiche) e il tentacolo può avere natura consensuale o rivelarsi come una vera e propria violazione del corpo del mal capitato.

6. Uniformi

Anche le uniformi giocano un ruolo centrale nel suscitare sensazioni e desideri nuovi per chi le osserva. Tra i fetish in Giappone rientra certamente anche questo. Alcune delle più gradite sono quelle da maid francesi (per cui ci sono café a tema) e da giovani studentesse.

L’elemento immaginativo acuisce fortemente il senso di coinvolgimento dell’interessato. Ci basti pensare ad uniformi di militari o da agenti di polizia, che donano input essenziali per scenari kinky e travolgenti, sia per uomini che per donne: l’idea di superiorità, manette, sottomissione, e così via.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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