Esistono numerose sottocategorie del genere fantascientifico, tra cui le distopie, che immaginano un futuro lontano, spesso con connotazioni negative. Un esempio è Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, in cui i libri sono banditi e i pompieri hanno il compito di bruciarli. Esiste, un altro genere fantascientifico che, invece di guardare al futuro, si rivolge al passato: l’ucronia.
Cos’è l’ucronia? Definizione e caratteristiche
L’ucronia (o storia alternativa) è un genere narrativo che si basa su una premessa: “E se…?“. Cosa sarebbe successo se un determinato evento storico fosse andato diversamente?
Le opere ucroniche, partono da un punto di divergenza (POD, *Point of Divergence*), un momento in cui la storia reale e la storia immaginaria si separano. Da quel punto in poi, gli eventi si sviluppano in modo diverso, creando un mondo alternativo.
I racconti ucronici si concentrano spesso su eventi bellici e politici, momenti cruciali che determinano il corso della storia. L’ucronia si distingue dalla distopia, che si concentra su un futuro immaginario (e spesso negativo), e dalla storia revisionista, che reinterpreta eventi storici reali. L’ucronia è una forma di finzione speculativa, che esplora possibilità alternative, senza pretendere di riscrivere la storia.
Le origini dell’ucronia: da Tito Livio a Napoleone
Il primo esempio di ucronia si può far risalire a un passo dell’opera dello storico latino Tito Livio, Ab Urbe Condita. Nel nono libro, Tito Livio si interroga su cosa sarebbe successo se Alessandro Magno avesse deciso di conquistare Roma. Da buon cittadino romano, Tito Livio conclude che i comandanti e l’esercito romano avrebbero avuto la meglio sul conquistatore macedone.
Nel corso dei secoli, molti autori hanno esplorato scenari ucronici. Louis Geoffroy, in Napoleone apocrifo (1836), immagina il successo della campagna di Napoleone in Russia. Lorenzo Pignotti, in Storia della Toscana sino al principato (pubblicata postuma nel 1813), ipotizza un futuro in cui Lorenzo de’ Medici non fosse morto di gotta nel 1492.
La Seconda Guerra Mondiale: un terreno fertile per l’ucronia
La Seconda Guerra Mondiale è uno degli eventi storici più utilizzati come punto di divergenza nelle opere ucroniche. In particolare, molti autori hanno immaginato cosa sarebbe successo se l’Asse avesse vinto la guerra.
La svastica sul sole e Fatherland: due visioni ucroniche della Seconda Guerra Mondiale
Uno dei romanzi ucronici più celebri è La svastica sul sole (The Man in the High Castle) di Philip K. Dick, che descrive un mondo in cui Italia, Germania e Giappone hanno vinto la guerra e si sono spartiti il mondo: l’Italia controlla l’Africa e gli Stati europei meridionali; l’Impero giapponese domina l’Asia, l’Oceania e parte delle Americhe; la Germania controlla l’Europa settentrionale, parte del territorio sovietico e si contende con il Giappone il resto delle Americhe.
Un’altra visione ucronica è quella di Robert Harris in Fatherland, un romanzo giallo ambientato in una Germania nazista che ha raggiunto una pace con gli Stati Uniti e domina l’Europa, Italia compresa.
L’ucronia italiana: da Farneti a D’Adamo
Anche autori italiani si sono cimentati con l’ucronia, spesso concentrandosi sull’epoca del fascismo. Mario Farneti, nella trilogia Occidente, immagina un’Italia fascista rimasta neutrale durante la Seconda Guerra Mondiale e diventata una potenza mondiale dopo aver sconfitto l’URSS. Stefano D’Adamo, in Diavolo senza corna, immagina un mondo in cui Hitler e Stalin sono morti prima di prendere il potere, ma il mondo è comunque sull’orlo di una crisi, con un’Italia e degli Stati Uniti governati da regimi dittatoriali.
L’ucronia nei videogiochi: l’esempio di Fallout
L’ucronia non è limitata alla letteratura. Anche i videogiochi hanno esplorato questo genere. La saga di Fallout è un esempio di ucronia, ambientata in un’America post-apocalittica del 2161, devastata da una guerra nucleare tra Stati Uniti e Cina. Il punto di divergenza, in questo caso, è uno sviluppo tecnologico diverso, che porta a un’estetica “retro-futuristica” e a una società molto diversa dalla nostra.
Oltre la letteratura: l’ucronia in altri media
L’ucronia ha trovato spazio anche in altri media.
Serie tv come The Man in the High Castle, ispirata al romanzo di Philip K. Dick, o film come Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino, che immagina un finale alternativo per la Seconda Guerra Mondiale, sono solo alcuni esempi.
Anche fumetti come Watchmen di Alan Moore presentano elementi ucronici.
Ucronia: speculazione storica e riflessione sul presente
L’ucronia non è solo un genere di intrattenimento, ma anche uno strumento di riflessione sulla storia e sul presente. Ci invita a considerare come il corso degli eventi sia determinato da scelte e circostanze, e come il mondo in cui viviamo sia solo una delle tante possibilità.
L’ucronia ci stimola a porci domande, a immaginare alternative, a riflettere sulle cause e le conseguenze degli eventi storici. (fonte)
In definitiva, l’ucronia ci ricorda che la storia non è un percorso lineare e immutabile, ma un intreccio di possibilità, e che il presente in cui viviamo è il risultato di una serie di eventi che avrebbero potuto prendere direzioni diverse.
Ti è mai capitato di chiederti “e se…” riguardo a un evento storico? Quale momento del passato cambieresti, se potessi?
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