Identifichiamo come conquistadores spagnoli avventurieri, soldati o nobili decaduti che, spinti dal desiderio di potere e ricchezza, guidarono la colonizzazione spagnola nel Nuovo Mondo tra il XV e il XVII secolo. La loro epopea, iniziata dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo nel 1492, fu alimentata dal mito di El Dorado e dalla volontà di cristianizzare i nativi, portando alla caduta di grandi imperi e a un profondo sconvolgimento globale.
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I protagonisti della Conquista
Sebbene i conquistadores fossero migliaia, tre figure emersero come leader delle spedizioni che sottomisero i più grandi imperi precolombiani.
Conquistador | Impero sottomesso | Periodo |
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Hernán Cortés | Impero Azteco (Messico) | 1519 – 1521 |
Francisco Montejo | Popolazioni Maya (Yucatán) | dal 1526 |
Francisco Pizarro | Impero Inca (Perù) | 1531 – 1533 |
La conquista dell’Impero Azteco (1519-1521)
I primi contatti fra i conquistadores e le popolazioni native si ebbero nel 1511. A guidare la spedizione decisiva fu Hernán Cortés che, venuto a conoscenza dei miti sulle città piene d’oro, diede vita a un’azione di conquista. Grazie alla mediazione della principessa Malinche, Cortés strinse alleanze con le popolazioni sottomesse dagli Aztechi e fondò la colonia di Veracruz, punto di partenza per la sua missione: conquistare la capitale Tenochtitlan e sconfiggere il re Montezuma II.
Alleandosi con i rivali del Re Azteco, Cortés riuscì a entrare a Tenochtitlan senza resistenza. Tuttavia, l’avidità del suo luogotenente, Pedro de Alvarado, scatenò una rivolta. Durante il massacro nel Tempio Mayor, i conquistadores assalirono la nobiltà azteca per rubare i loro gioielli. La situazione divenne irreparabile e Cortés fu costretto a una fuga disastrosa, perdendo il tesoro di Montezuma. Nonostante la ribellione, con il supporto degli alleati indigeni, Cortés tornò ad assediare la capitale. La resistenza azteca si spense nel luglio del 1521, data che sancisce la fine della cultura Azteca. I sopravvissuti morirono a causa delle epidemie portate dagli europei o furono ridotti in schiavitù.
La sottomissione dei Maya (1526-1697)
Poco dopo il crollo azteco, nel 1526, i conquistadores sotto il comando di Francisco Montejo penetrarono nei territori Maya dello Yucatan. Qui si scontrarono con Gonzalo Guerrero, un conquistador spagnolo naufragato anni prima che, dopo essere stato fatto prigioniero, aveva deciso di combattere al fianco dei nativi. La resistenza di Guerrero fu tuttavia inutile. La conquista fu un processo lungo e difficile, ma la cultura Maya sopravvisse solo in luoghi remoti, scomparendo definitivamente solo alla fine del ‘600.
La caduta dell’Impero Inca (1531-1533)
Nel 1531, i conquistadores di Francisco Pizarro si recarono in Perù, sede dell’Impero Inca. L’impero stava attraversando una forte crisi dovuta a una guerra di successione tra i fratelli Huascar e Atahualpa. Pizarro sfruttò astutamente questa divisione e, con un audace tranello, rapì Atahualpa. L’imperatore offrì un riscatto esorbitante in oro e argento, ma, nonostante il pagamento, fu giustiziato nel 1533. Ucciso Atahualpa, Pizarro installò un imperatore fantoccio e marciò sulla capitale, Cuzco. Le lotte interne tra i conquistadores, in particolare tra Pizarro e il suo socio Diego de Almagro, continuarono per anni, ma la presa spagnola sul territorio era ormai definitiva. Con la conquista iniziò la decimazione della popolazione nativa, utilizzata come forza lavoro nelle miniere d’argento che avrebbero cambiato per sempre l’economia europea.
Le conseguenze della conquista: lo scambio colombiano
La scoperta e la conquista del Nuovo Mondo non solo portarono alla scomparsa dei nativi e a sconvolgimenti politici, ma innescarono anche cambiamenti alimentari e zoologici notevoli in tutto il mondo, noti come “scambio colombiano”. Tra i prodotti importati in Europa provenienti dall’America ritroviamo il mais, la patata, il pomodoro, il cacao e il tabacco. Tra gli animali, invece, il tacchino.
Articolo aggiornato il: 30/08/2025
Fonte immagine in evidenza: Pixabay