Ikebana: l’arte giapponese della composizione floreale

Ikebana

I fiori sono delle meraviglie per gli occhi, ma se vi dicessi che esiste una vera e propria arte giapponese che coinvolge i fiori in delle composizioni meravigliose? Parleremo dell’Ikebana, una secolare arte non solo bella da vedere ma si tratta di una vera e propria esperienza spirituale e di purificazione.

Ikebana (生け花 disporre i fiori o 活け花 rendere vivi i fiori), conosciuta anche come kadō (華道 via dei fiori) è la secolare arte giapponese della disposizione dei fiori. Il termine Ikebana deriva letteralmente dalle parole giapponesi ikeru (生けるdisporre in questo caso fiori e significa anche vivere) e hana (花 fiore). Questa pratica utilizza per l’appunto fiori, piante e altre decorazioni naturali attentamente selezionate per trasmettere una sensazione o un’emozione specifica all’osservatore, allo stesso modo in cui si ammira un dipinto.

L’Ikebana è considerata tra le arti e cerimonie giapponesi più antiche e raffinate per eccellenza assieme alla cerimonia del tè (chadō), lo spargimento degli incensi (kōdō), il teatro Nō e tante altre.

Le origini dell’Ikebana

Questa arte ha origini antichissime, infatti si ipotizza addirittura che sia nata prima in Cina nei periodi delle dinastie Sui e Tang e successivamente portata nel Sol Levante durante il periodo in cui il Buddismo fu introdotto in Giappone. Inizialmente le composizioni di fiori erano semplici e chiamate con il nome di kuge (mentre l’Ikebana a quel tempo aveva il nome tradizionale di kadō ovvero “la via dei fiori“) e venivano poi arrangiate come offerte dei rituali dai monaci buddisti da donare al Buddha ma successivamente durante il periodo Muromachi si diffuse come vera e propria arte prima solo per gli aristocratici e successivamente per le persone comuni.

Dopo oltre 600 anni, l’Ikebana continua ad essere un’arte molto amata e praticata, tramandata di generazione in generazione come modo ideale per connettersi con la natura esprimendo anche le proprie abilità creative; le composizioni floreali venivano utilizzate per adornare il tokonoma (una piccola nicchia che hanno le case tradizionali in Giappone) che conteneva in genere un rotolo, un prezioso oggetto d’arte e una composizione floreale fatta con la tecnica dell’Ikebana, mentre oggi i queste composizioni possono essere viste anche negli ingressi e sulle facciate delle finestre.

La filosofia di questa arte

La filosofia giapponese è caratterizzata da ideali dell’estetica giapponese che enfatizzano il rispetto per la natura nella sua bellezza e semplicità, infatti con questa tecnica non si deve semplicemente fare una disposizione di fiori per renderli belli da vedere e basta ma è necessario creare un vero e proprio legame con la natura e i materiali utilizzati cercando di esprimere la bellezza dell’impermanenza (uno degli aspetti fondamentali per il Buddismo).

Come sappiamo, la maggior parte degli elementi naturali sono strettamente collegati alle stagioni (argomento ricorrente e caro per i giapponesi), quindi molto spesso le elaborazioni floreali devono essere associate al simbolismo stagionale.
Le composizioni dell’Ikebana, nonostante siano in genere molto semplici, non sono create a caso e cercano di valorizzare anche concetti più imperfetti come l’asimmetria creando movimento e dinamismo all’interno dell’opera, vari maestri sostengono che «nell’Ikebana una delle cose più importanti è assicurarsi di avere lo spazio vuoto nella disposizione. Non ci piace un approccio geometrico»; fa tutto parte del concetto giapponese di Wabi-sabi, la convinzione buddista secondo cui c’è bellezza anche nell’imperfezione.

Fasi dell’Ikebana

Oggi ci sono circa 400 scuole con annessi stili di Ikebana, e ognuna di queste scuole ha una propria filosofia personale ed estetica. Ovviamente ci sono delle regole da rispettare ma comunque la creatività e la libertà non sono mai abbastanza.
Questa tradizione segue delle fasi ottimali per la migliore riuscita di questa tradizione:

  • Pianificazione: in cui si sceglie un tema, in genere ispirato alle stagioni;
  • Raccolta: per raccogliere fiori, piante e decorazioni che saranno usate nella composizione. Non dimenticatevi di procurarvi anche un vaso e delle forbici apposite per tagliare gli steli delle piante. È molto importante ricordare che il vaso, i fiori e gli altri elementi devono essere armoniosi e contribuire all’espressione del tema scelto;
  • Disposizione: una volta che il tema e il materiale sono pronti si può iniziare a procedere con la composizione vera e propria. L’arrangiamento deve essere eseguito in base a dei pensieri filosofici precisi: spazio, equilibrio e direzione;
  • Apprezzamento: è semplicemente l’atto di apprezzare il proprio Ikebana finito.

Fiori utilizzati 

Ovviamente fin dall’antichità per comporre un Ikebana si utilizzavano fiori tradizionali e tipici della cultura giapponese: fiori di ciliegio, pino, bambù, crisantemi e altri, ognuno con un significato diverso, mentre al giorno d’oggi vi è più libertà nella scelta di elementi naturali da aggiungere nelle proprie composizioni, l’importante è che si tratti di flora stagionale. A volte, i praticanti di ikebana, tagliano le piante in forme particolari, le foglie possono essere dipinte a mano e i rami possono essere disposti in modo da continuare a germogliare nello spazio in varie direzioni, l’importante è sempre di rendere la composizione equilibrata e basata sui concetti filosofici.

Al giorno d’oggi l’Ikebana continua ad essere un’arte molto praticata sia in ambito tradizionale e sia in ambito moderno, addirittura esistono dei veri e propri laboratori nelle scuole giapponese per continuare a tramandare questa arte alle nuove generazioni.

Conoscevate quest’arte? Vi piacerebbe impararla? Se siete interessati ad apprenderla esistono anche dei corsi in Italia per conoscere e preparare in prima persona queste meravigliose composizioni.

Fonte immagine: Wikipedia commons

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