Il migrante: il murales che congiunge Malta a Sapri

Il migrante: il murales che congiunge Malta a Sapri

Avete mai provato anche solo ad immaginare quanti chilometri una persona che lascia la sua patria è costretta ad attraversare? Le motivazioni che spingono a lasciare la terra nativa sono lavoro, guerra, fame, tutte motivazioni che trovano rifugio nella speranza di un futuro migliore e una terra nuova che possa accogliere i desideri di chi fugge. La risposta a questa domanda si trova nel murales ribattezzato il migrante, realizzato dallo street artist francese MTO, che collega Malta a Sapri coprendo la bellezza di 704,9 km. The Mediterranean Tunnel, il vero nome dell’opera, è stato realizzato nel 2015 circa, quando la tensione per le morti in mare era molto palpabile e fu realizzato in memoria di quello che accadde durante il governo Letta, in cui il porto della Valletta, a Malta, rifiutò di accogliere un centinaio di migranti, che vennero dunque indirizzati verso l’Italia. Tuttavia non tutti trovarono la salvezza: lo street artist commentava infatti la sua opera dicendo: «Malta raccoglie i morti e spedisce i vivi in Italia», facendo riferimento proprio allo spiacevole episodio.

Il murales: il volto che guarda al mare di Sapri

Maschera da immersione rossa ed un ghigno di sforzo e disperazione stampato sul volto: così appare il busto e il volto del migrante che da un buco in un parcheggio di Malta sbuca dritto sul Lungomare Italia della piccola cittadina del golfo di Policastro. Ironico come il murales del migrante sia stato posto proprio dove lo sguardo del soggetto possa ammirare dall’alto il mare da cui proviene; da qui la duplice interpretazione della sua espressione facciale: sta sorridendo guardando al fatto che è sopravvissuto al male oppure è un ringhio di sofferenza per la traversata quello che nasconde tra i denti? L’opera venne fatta in occasione della manifestazione “Oltre Il Muro”, che aveva l’intento di arricchire le mura della città dando spazio ad artisti locali e non; all’iniziativa presero infatti parte artisti come MTO stesso oppure Edoardo Tresoldi.

La fuga da Malta

Mentre a Sapri spetta il volto trionfante del migrante, a Malta invece resta soltanto il suo costume e le infradito, ovviamente dell’immancabile colore rosso. L’altra parte del suo corpo è infatti ritratta intenta ad arrampicarsi sull’insegna del parcheggio che la ospita e a infilarsi nel cratere nel muro che lo porterà dritto in Italia. Sfortunatamente, però, nel 2019 la parte dell’opera che si trovava a Malta è stata deturpata: proprio sulle gambe del migrante è stato infatti posto un tabellone pubblicitario, mentre a Sapri il resto del murales viene ancora tutelato e preservato, attirando l’attenzione di numerosi turisti ancora oggi. Ma il lavoro di MTO per condannare le morti in mare non si è fermato a questo murales: nel 2014, in occasione dello Sliema Street Art Festival aveva ritratto il medesimo migrante nel murales The Mediterranean Door, che come già dal nome si può evincere faceva parte della medesima catena. Il migrante protagonista del doppio murales è infatti su una spiaggia di Sliema ritratto disteso, affaticato e con la faccia sofferente mentre prova a farsi strada in una piccola fessura che lo porta verso il mare.

L’artista

MTO è un artista francese dallo stile molto peculiare: si tratta sì di street art, ma i lavori che egli esegue hanno uno stile fotografico inconfondibile, riprodotti in una scala di grigio che presenta un unico colore nella maggior parte delle sue opere: il rosso. Realizza per lo più ritratti di persone famose, quali Bob Dylan, Jack Nicholson, e talvolta si ispira anche a grandi leggende della musica: basti pensare al suo murales dedicato a Jimi Hendrix o al ritratto del bambino sulla copertina di Nevermind. Tuttavia, con la sua arte ritrae spesso anche a volti anonimi, di persone comuni, come quello del migrante di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Immagini di copertina e presenti nell’articolo scattate da: Paolo Speziale

A proposito di Giada Bonizio

Sono una studentessa dell'Università degli studi di Napoli "l'Orientale", amo leggere, la musica e l'arte.

Vedi tutti gli articoli di Giada Bonizio

Commenta