Lucilio, l’autore latino delle satire

Lucilio, l'autore latino delle satire

La maggior parte dei generi letterari utilizzati dagli scrittori latini sono di derivazione greca, fatta eccezione per la satira, genere completamente di origine latina. Il termine satira deriva da “satura lanx”, un piatto ricco di cibo variegato che spesso veniva offerto agli dèi. Non a caso, il termine satira sta proprio ad indicare un tipo di componimento poetico vario dal punto di vista del contenuto e degli stili utilizzati. Scopriamo ora la figura bizzarra ed originale di Lucilio, ovvero l’autore latino inventore delle satire.

Lucilio: biografia

Gaio Lucilio nacque a Sessa Aurunca da una famiglia prestigiosa. La sua data di morte è collocata nel 102-101 a.C. a Napoli, mentre per ciò che riguarda la sua data di nascita ci sono delle incongruenze. Secondo la Cronaca di San Girolamo, Lucilio sarebbe nato nel 148-147 a.C., tuttavia, lo storico Velleio Patercolo riporta che Lucilio aveva combattuto nella guerra contro Numanzia, avvenuta negli anni 134-133 a.C, sotto il comando di Scipione Emiliano. Questa informazione non permette di credere alla notizia di Girolamo, il quale probabilmente aveva confuso gli anni 148 e 180 poiché i consoli in carica erano omonimi. Nonostante provenisse da una famiglia facoltosa e nonostante il proprio rango sociale, Lucilio decise di non prendere parte alla vita politica e di dedicarsi appieno all’attività di scrittore, cosa che lo rende diverso rispetto alla maggioranza degli scrittori latini. Tuttavia, fu proprio grazie alla sua famiglia che entrò a far parte del Circolo degli Scipioni, un gruppo di stampo ellenistico formato da personalità appartenenti alla nobiltà romana.

Le “Saturae”

Le composizioni di Lucilio sono state raccolte in trenta libri in seguito alla sua morte con il titolo di Saturae, di cui ci restano all’incirca 1300 frammenti. Nelle sue satire Lucilio specificò il tipo di pubblico a cui erano rivolte: il poeta aveva scelto una via media, ovvero non scriveva né per gli indoctissimi, troppo poco colti per comprendere le sue opere, né per i doctissimi, la cui cultura era superiore alla sua. Nelle sue satire ritroviamo molto spesso episodi autobiografici come il cosiddetto iter Siculum, ovvero il racconto di un viaggio fatto dal poeta a Capua e in Sicilia. Tuttavia, le satire di Lucilio trattano anche temi più impegnati come la critica ai costumi dei suoi contemporanei. Grazie al suo elevato status sociale, Lucilio poteva citare apertamente i nomi dei suoi bersagli, senza timore che ciò potesse provocargli problemi. Attraverso la sua critica dei costumi, Lucilio si proponeva di contribuire al progresso etico della società di allora, in cui il sistema del mos maiorum, ovvero gli antichi costumi, era stato completamente smantellato. Lucilio, infatti, riteneva che il buon cittadino fosse colui che riusciva a comportarsi secondo la virtus, ovvero la capacità di stabilire ciò che è giusto sulla base di valori quali l’onestà, la pietas e l’amore verso la propria patria.

Lucilio: lingua e stile

Per ciò che riguarda la lingua delle saturae, Lucilio adotta la norma della consuetudo, ossia la lingua parlata nella sua epoca intesa in senso lato. È dunque possibile individuare l’uso di colloquialismi, termini tecnici, grecismi e arcaismi. In generale, la lingua utilizzata da Lucilio è ancora legata ad una fase arcaica, ma che già presenta spiragli di un’evoluzione verso quella che sarà la forma classica e raffinata. Per questo motivo, Lucilio è stato criticato dagli autori della generazione successiva, in particolar modo Orazio, i quali gli rimproveravano proprio la mancanza di cura nella composizione di versi, come se il bisogno impellente di scrivere non gli precludesse di perseguire una certa raffinatezza dal punto di vista formale. 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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