Magia bianca e magia nera, esistono differenze?

Magia bianca e magia nera a confronto

Prima del rinascimento, ogni pratica magica era scartata, che fosse magia bianca o magia nera. Fu a partire dal diciottesimo secolo, all’inizio dell’epoca rinascimentale, che la gente cominciò a guardare alla magia sotto una luce nuova. Dopotutto, dalla parola rinascimento deriva il termine rinascita e ricrescita, e per questo motivo, l’iniziale rifiuto della magia subì una vera e propria svolta.

Magia e scienza sono ovviamente due poli opposti e così erano considerate anche nel periodo rinascimentale. Sappiamo bene che l’obiettivo della scienza è trovare spiegazioni razionali ai fenomeni, mentre la magia, associata alla religione, non si serviva di razionalità, quanto più di termini come “miracoli” o “prodigi”.

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Atteggiamenti nei confronti della magia

Lo studio della magia divenne ampiamente incoraggiato e i vari popoli iniziarono a credere che il rapporto tra gli esseri umani e il soprannaturale potesse rafforzarsi e reputarsi dunque vantaggioso proprio grazie all’uso e la pratica della magia. Inizialmente si credeva che la magia fosse strettamente legata alla religione, tuttavia, durante il periodo rinascimentale s’era fatta associare la magia allo studio di fenomeni sovrannaturali. Era un periodo tutto sommato positivo, dove s’invitava l’individuo a studiare e comprendere quei fenomeni ai quali difficilmente si riusciva a dare una spiegazione, invece di temerli ed evitarli. In particolare, fu la magia bianca, ispiratrice di grande fiducia soprattutto nel cristianesimo ad essere apprezzata. I praticanti di magia bianca furono solitamente guaritori, sciamanni che creavano talismani o formulavano incantesimi protettivi verso gli altri. Tra i loro scopi c’erano anche quelli di allontanare le forze maligne, e attirare, al contrario, forze positive, e acquisire la conoscenza divina.

La magia nera, invece, è quella pratica che vede coinvolti gli spiriti per interferire sugli eventi del mondo. È legata alla stregoneria, alla demonologia e all’oscurità. Non ha niente a che fare con il bene comune che, invece, caratterizza la magia bianca. È una forma di magia singolare ed egoista, che può anche sfociare in malvagità nei confronti dell’altro. Più in generale, la magia bianca è una magia considerata accettabile da chi la pratica, a differenza di quella nera, che per convinzioni e pregiudizi di vario genere, è considerata invece inaccettabile. I limiti dell’accettabile e dell’inaccettabile differiscono da cultura a cultura. Coloro che erano considerati veggenti, se prima del cristianesimo, erano visti positivamente dalla popolazione, successivamente furono messi in cattiva luce e incolpati di disastri naturali, malattie e periodi di decadenza.

L’atteggiamento nei confronti della magia era positivo nel momento in cui essa poteva esser d’aiuto per la Chiesa o per la cura di malattie sconosciute e/o pericolose, al contrario veniva perseguitata.

Pratiche e riti della magia bianca e della magia nera

Coloro che si definiscono praticanti di magia nera la definiscono come una pratica non accettata dalla maggioranza, ma non per questo pericolosa. Esistono persone che credono che la magia sia cattiva, non importa se bianca o nera, e per questa ragione dannosa in tutti i sensi.

La pratica della magia coinvolge l’uso di incantesimi, rituali, simboli e numeri, l’uso di oggetti naturali o artificiali. La conoscenza di tali incantesimi è spesso segreta o tenuta sotto stretta vigilanza. Il possessore di tali informazioni può essere perciò temuto o anche ammirato, molto dipende da che percezione si ha della magia in quanto tale. Credere nel potere delle parole, che possono trasformarsi in qualcosa di sovrannaturale e magico è comune in tante religioni. Figure che si occupano di ciò sono noti col nome di sciamanni, medium, mistici, che ripetono dei suoni o delle parole per raggiungere un determinato stadio di conoscenza e illuminazione. La magia può essere utilizzata anche come arma di difesa, grazie all’ausilio di oggetti come talismani, incenso, perfino l’acqua santa, ma se da un lato può proteggere, la magia può anche comportarsi in maniera del tutto opposta e diventare pericolosa. La magia nera si utilizza nel momento in cui la magia bianca si ferma, perché rispettosa di canoni dell’etica e del buon senso. Praticare la magia può essere un’arma a doppio taglio, in quanto se da un lato può unire, dall’altro può isolare il mago e confinarlo in uno spazio di solitudine.  

Tutto sommato la magia è solamente un mezzo, e per molti la distinzione tra bianca e nera non ha motivo di esistere. Per altro, non è né pericolosa né buona la magia in sé, quanto chi decide di praticarla.

 

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A proposito di Martina Calia

Classe 1997, laureata in Mediazione Linguistica e Culturale e attualmente specializzanda in Lingue e Letterature europee e americane presso L'Orientale di Napoli. Lettrice accanita di romance in ogni sua forma, che a tempo perso, si cimenta nella scrittura creativa sia in italiano, ma soprattutto in inglese.

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