Il Mos Maiorum identificava, nella società dell’Antica Roma, il nucleo principale della civitas latina e, idealizzando i costumi dei Padri, si ispirava ai valori dell’antica società romana (arcaica e agricola).
Il Mos maiorum ovvero i valori fondamentali della romanità
Con l’espressione di Mos Maiorum(letteralmente “i costumi dei Padri”) si intende l’insieme dei valori fondamentali – il bagaglio culturale, etico, religioso, morale, sociale, politico – del cives romanus.
Con l’espressione Mos Maiorum, quindi, si identifica l’insieme dei valori e degli ideali della tradizione romana a cui ogni vir votava la propria identità e la propria levatura morale.Il carattere identitario di ogni cives romanus era dunque strettamente collegato al valore collettivo degli antiquimores (i costumi antichi) e questo legame portava alla consapevolezza identitaria e collettiva e al tempo stesso, per ogni bonus cives.
Il Mos maiorum e la concezione di Stato
Il codice comportamentale prescritto dal Mos Maiorum guardava al bene del singolo cittadino all’interno del bene di tutti i cittadini; per questo motivo, uno dei valori fondamentali del Mos Maiorum era il rispetto della Res publica.
Per Res publica romana (traducibile in italiano come la cosa pubblica, la Repubblica) si intende il patrimonio ideale e materiale del popolo romano, il bene comune della società, il cui interesse era primario rispetto all’interesse individuale.
Considerando lo Stato fortemente vivo – attraverso l’alto senso civico del popolo Romano – ogni cives romanus contribuiva attivamente al buon governoattraverso la vita pubblica e il rispetto delle manifestazioni virtuose del Mos Maiorum.
Mos maiorum: i sentimenti patrii
Fra le qualità e i sentimenti del Mos Maiorumpropri di ogni probo vir e optimus cives, si ricordano a titolo esemplificativo:
abstinentia (onestà e integrità nei confronti dell’amministrazione pubblica); frugalitas (sobrietà d’animo); aequitas, iustitia, honestas (uguaglianza, giustizia, onestà); beneficentia, benignitas, liberalitas, magnanimitas (beneficenza, bontà, liberalità morale e magnanimità politica); pietas, probitas, pudor (pietà, probità, pudore); urbanitas, decorum, elegantia (cortesia, decoro, raffinatezza); gravitas, exemplum, consilium (serietà, esempio, giudizio); constantia, fortitudo, fides, virtus (costanza, forza morale, lealtà, virtù d’animo e militare); clementia, temperantia, humanitas, continentia, modus (clemenza, temperanza, umanità, continenza, regola di vita); officio, religio (dovere sociale e sentimento religioso); auctoritas, gloria, honor, libertas (prestigio, gloria, onore, libertà dell’animo incorrotto).
Gli ideali di virtus e fortitudo
Si vogliono proporre ora due passi – tratti il primo dal De vita beata di Seneca, il secondo dalle Noctes Atticae di Gellio – sugli ideali di virtus e fortitudo:
«[…] Cumtibi dicam: «Summum bonum est infragilis animi rigor et providentia et sublimitas et sanitas et libertas et concordia et decor», aliquid etiamnunc exigis maius ad quod ista referantur? Quid mihi voluptatem nominas? Hominis bonum quaero, non ventris, qui pecudibus ac beluis laxior est […]»;
«[…] Fortitudo autem non ea est, quae contra naturam monstri vicem nititur ultraque modum eius egreditur aut stupore animi aut inmanitate […] sed ea vera et proba fortitudo est, quam maiores nostri scentiam esse dixerunt rerum tolerandarum et non tolerandarum. Per quod apparet esse quaedam intolerabilia, a quibus fortes viri aut obeundis abhorreant aut sustinendis […]».
Fonte immagine di copertina per l’articolo: https://it.wikipedia.org/wiki/Matrimonio_romano#/media/File:Lawrence_Alma-Tadema_-_Ask_Me_No_More.jpg