Rotte del Mar Baltico: navigazione e storia

Rotte del Mar Baltico

Il Mar Baltico è un mare interno dell’Oceano Atlantico situato nell’Europa nord-orientale; è delimitato dalla Penisola scandinava, le Isole danesi e dall’Europa continentale che comprende la Germania, la Polonia, le Repubbliche baltiche e la Russia. Il Mar Baltico è collegato con il Kattegat e il Mare del Nord, con cui si unisce attraverso tre stretti: l’Øresund, il Grande Belt e il Piccolo Belt. A causa della sua posizione geografica, il Mar Baltico è caratterizzato da un clima abbastanza rigido, con temperature medie annuali di circa 8 gradi e con possibilità di glaciazione delle coste, specie quelle settentrionali, durante l’inverno. Le rotte del Mar Baltico sono oggi una via di comunicazione essenziale per i collegamenti continentali; basti pensare che ad oggi è la principale rotta commerciale per l’esportazione del petrolio e del gas naturale russi. 

Vediamo insieme la storia delle rotte del Mar Baltico e di come sono cambiate nel tempo

Durante l’epoca Romana, il Mar Baltico era conosciuto come Mare suebicum o Mare Sarmaticum, e prendeva il nome dalla tribù germanica dei Suebi Svevi. Il nome italiano odierno potrebbe derivare dall’isola Baltia, un luogo appartenente alla mitologia romana menzionato da Senofonte, in accordo con la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. L’autore latino Tacito discute del Mar Baltico nei suoi trattati Germania Agricola, descrivendolo come uno specchio d’acqua salmastro le cui rotte erano costellate da blocchi di ghiaccio. Durante questo periodo il Mar Baltico non ebbe una particolare importanza strategica, almeno per i romani, dato che i territori adiacenti ad esso erano privi di risorse ed abitati da tribù germaniche o slave spesso ostili all’Impero.

Durante il medioevo, le tribù scandinave costruirono una fitta rete commerciale navale le cui rotte del Mar Baltico costituivano gli snodi principali. Dal Mar Baltico infatti, i Norreni riuscirono a risalire i fiumi dell’attuale territorio russo, aprendosi così una strada anche verso il Mar Nero e la Regione caucasica. Durante questo periodo, vennero scoperti anche numerosi giacimenti di ambra, soprattutto sulle coste dell’attuale Polonia, Lettonia e Lituania. Tra l’VIII e XII secolo, le rotte del Mar Baltico erano intensamente praticate anche dai pirati, per via della circolazione di numerosissime merci preziose, tra cui l’ambra, il sale, il ferro e l’argento. Dall’XI secolo, le coste del baltico vennero occupate dalle tribù germaniche dell’Ostsiedlung, che provenivano dall’attuale Francia settentrionale, dalla Scozia, dalla Danimarca e dai Paesi Bassi. Le tribù slave che erano presenti prima dell’occupazione germanica vennero gradualmente assimilate. La Danimarca, allora potenza navale emergente, conquistò le rotte del Mar Baltico e ne mantenne un controllo stabile fino al 1227, quando la battaglia di Börnhoved sancì la sconfitta del regno danese e l’ascesa della Lega Anseatica, una confederazione di città mercantili autonome, che esercitò il monopolio delle rotte del Mar Baltico e del Mare del Nord fino alla fine del XVI secolo. Con l’affermazione degli stati nazionali a partire dal 1500, il potere economico e militare della Lega si affievolì gradualmente; la Svezia ottenne il controllo quasi totale del Mar Baltico, con l’eccezione del lembo compreso tra Riga e Stettino; il secolo successivo vide l’ascesa dell’Unione di Utrecht e il controllo di quest’ultima della maggior parte delle rotte e dei commerci del Mar Baltico. La sconfitta della Svezia e il declino dei Paesi Bassi vide l’affermazione sul Mar Baltico della Prussia e della Russia. A capire l’importanza strategica del Mar Baltico fu l’imperatore russo Pietro il Grande, che fondò la nuova capitale San Pietroburgo proprio sulla costa baltica, per poter aprire nuove vie commerciali non solo con le regioni baltiche ma anche con i Paesi Bassi e l’Inghilterra. 

Dopo l’unificazione della Germania nel 1871, l’intero versante sud della costa baltica passò alla Germania, che ne mantenne il controllo fino al 1920, quando, il trattato di Versailles, garantì alla Polonia lo stretto di Danzica, una sottile striscia di terra di vitale importanza strategica. Con la fine dei due conflitti mondiali, a ridosso delle coste baltiche si reinsediarono le popolazioni polacche e russe, a scapito di quelle tedesche. Alla Polonia venne concessa la maggior parte delle coste meridionali e l’Unione Sovietica guadagnò un ulteriore accesso alle rotte del Mar Baltico attraverso l’Oblast di Kaliningrad. Durante la Guerra Fredda, il Mar Baltico funse da linea divisiva tra il blocco occidentale e quello orientale; questa condizione di frontiera ridusse sensibilmente la funzione commerciale del Mar Baltico, fino al crollo dell’Unione Sovietica. Con la costruzione del ponte del Grande Belt (1997) e del ponte dell’Øresund (1999) venne garantito il collegamento via terra tra la Penisola Scandinava e lo Jutland. Ad oggi, le rotte del Mar Baltico sono attraversate dalle grandi petroliere russe e dalle navi passeggeri, che collegano città importanti come Helsinki, Riga, San Pietroburgo, Stettino, Malmö e Kiel

Fonte dell’immagine in evidenza: Wikipedia

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