Voltumna, noto anche come Veltha, era il dio supremo del pantheon etrusco, figura centrale non solo a livello religioso ma anche politico. La religione etrusca, politeistica e fatalista, credeva che il mondo fosse governato da forze divine che influenzavano la vita umana. Il fato poteva essere previsto interpretando i segni divini e l’ira degli dèi placata con riti specifici. In questo contesto, Voltumna era il protettore della dodecapoli etrusca, la lega delle dodici città-stato, venerato nel santuario federale del Fanum Voltumnae.
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Chi era Voltumna, il dio supremo degli Etruschi
Voltumna (o Veltha) era la divinità principale del pantheon etrusco, considerato il dio supremo dell’intera nazione etrusca. Il suo nome deriva probabilmente dalla parola “Veltha”, che significa “potente” o “sovrano”. Era associato alla fertilità della terra, alla prosperità e alla protezione della comunità. Il suo ruolo andava oltre la sfera religiosa: Voltumna incarnava l’unità politica e spirituale del popolo etrusco, presiedendo alle riunioni annuali della lega delle dodici città.
Voltumna in sintesi
Attributo | Descrizione |
---|---|
Ruolo | Dio supremo del pantheon etrusco; protettore della dodecapoli. |
Nome alternativo | Veltha |
Equivalente Romano | Vertumno |
Animali Sacri | Toro, aquila |
Santuario Principale | Fanum Voltumnae |
Il Fanum Voltumnae: il santuario federale etrusco
Il Fanum Voltumnae era il santuario federale degli Etruschi, il centro religioso e politico più importante della nazione. Qui si riunivano annualmente i rappresentanti delle dodici città-stato per celebrare feste religiose, eleggere il capo della lega e prendere decisioni comuni. Le fonti antiche lo menzionano, ma la sua esatta ubicazione è rimasta a lungo un mistero. Recenti scavi archeologici condotti dall’Università di Macerata presso la località Campo della Fiera, ai piedi di Orvieto (ritenuta l’antica Volsinii), hanno portato alla luce un vasto complesso sacro che molti studiosi, come riportato da diverse fonti accademiche, ritengono possa essere proprio il Fanum Voltumnae.
Voltumna e Vertumno: la continuità tra Etruschi e Romani
La figura di Voltumna fu assimilata dai Romani, che lo identificarono con il dio Vertumno. Vertumno, il cui nome deriva dal latino “vertere” (cambiare, trasformare), era una divinità di origine etrusca legata al mutamento delle stagioni, alla vegetazione e alla maturazione dei frutti. Questa assimilazione testimonia la profonda influenza culturale che gli Etruschi esercitarono su Roma.
Raffigurazioni e simboli di Voltumna
Voltumna era spesso rappresentato come un uomo maturo o anziano con una lunga barba, vestito con un abito lungo e con una corona di alloro. Era frequentemente accompagnato da animali sacri che ne simboleggiavano il potere, come il toro (forza generatrice) e l’aquila (potere celeste). Numerose rappresentazioni artistiche, tra cui statue in bronzo, rilievi e dipinti, sono state rinvenute nelle necropoli e nei siti archeologici etruschi, testimoniando la grande importanza attribuita a questa divinità.
Altre informazioni e curiosità su Voltumna
Chi era il dio supremo degli Etruschi?
Il dio supremo degli Etruschi era Voltumna (o Veltha). Era considerato il capo del pantheon etrusco e il protettore dell’intera lega delle dodici città-stato (dodecapoli), simboleggiando la loro unità politica e religiosa.
Dove si trovava il Fanum Voltumnae?
L’esatta ubicazione del Fanum Voltumnae è stata a lungo dibattuta. Oggi la maggior parte degli archeologi e degli storici identifica il santuario con l’importante area sacra scoperta in località Campo della Fiera, vicino a Orvieto, nell’antica Etruria.
Chi è Vertumno?
Vertumno è la versione romana del dio etrusco Voltumna. I Romani assimilarono la divinità, attribuendole il ruolo di dio delle stagioni, del cambiamento e della maturazione dei frutti. Il suo nome deriva infatti dal verbo latino “vertere”, che significa “mutare”.
Voltumna e il Fanum Voltumnae rappresentano elementi chiave per comprendere la religione, la cultura e la storia degli Etruschi, un popolo che ha lasciato un’impronta indelebile nell’Italia antica.
Articolo aggiornato il: 01/09/2025
Fonte dell’immagine in evidenza dell’articolo: pixabay