Campania Wine Sustainability, la seconda edizione

Campania Wine Sustainability

Campania Wine Sustainability chiama nuovamente a raccolta gli esperti del settore per la sua seconda edizione.

Gli scorsi 11 e 12 giugno 2023 la città di Napoli ha fatto da cornice alla seconda edizione del Campania Wine Sustainability, un evento unico che chiama a raccolta appassionati, giornalisti e influencer di settore, ristoratori. Nella sua seconda edizione sono stati ospitati 120 produttori di vini campani, rappresentanti di oltre 500 etichette di vini DOC e IGT. L’evento è cofinanziato dall’Unione Europea. Attraverso degustazioni, masterclass, seminari e presentazioni, l’obiettivo centrale del Campania Wine Sustainability è radunare produttori vinicoli rappresentanti molteplici zone campane, valorizzando così l’eterogeneo territorio e promuovendo i suoi vini.

La Galleria Umberto I: sfondo nodale del Campania Wine Sustainability

A differenza dell’anno scorso in cui si scelse il Palazzo Reale, quest’anno il Campania Wine Sustainability ha avuto come luogo primario la Galleria Umberto I, situata lungo Via Roma. Il contesto è stato vincente: la Galleria Umberto I è un punto turistico e di passaggio nevralgico che ha attratto turisti e cittadini. La Galleria ha ospitato gli stand dell’esclusivo Wine tour che, attraverso degustazioni e spiegazioni tecniche da parte dei produttori, declinava i cinque consorzi di tutela campani: Sannio Consorzio Tutela Vini, Consorzio Tutela Vini del Vesuvio, Consorzio Tutela Vini d’Irpinia, Vitica – Consorzio Tutela Vini Caserta e Vita Salernum Vites – Consorzio Tutela Vini. I cinque consorzi, in cooperazione con il Consorzio del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP, hanno promosso l’evento. Attraverso degustazioni, masterclass, seminari e presentazioni, l’obiettivo centrale del Campania Wine Sustainability è stato il raduno dei produttori vinicoli, valorizzando così l’eterogeneo territorio campano e promuovendo i suoi vini. Protagonista è la notevolezza della Campania come territorio in termini enologici e la sinergia che traspare tra le diverse realtà territoriali, ciascuna con la propria identità e le proprie vocazioni. 

La degustazione in Galleria Umberto I raggruppava produttori con peculiarità e storie differenti tra loro. Si passava dall’azienda nata da poco dalla passione di giovani produttori a quella che vanta etichette decennali. Alcuni tra i rappresentanti, attraverso l’esposizione tecnica di ciascun prodotto etichettato e disponibile all’assaggio, non mancavano di fornire il relativo contesto di crescita e lavoro.

L’azienda agricola Ponterotto situata a Mirabella Eclano, per esempio, ha il proprio fulcro nella terra dell’Irpinia. Essa nasce dalla collaborazione vincente e determinata di tre fratelli che hanno preso a carico e valorizzato i terreni ereditati dai nonni. Con una passione sgorgante hanno raccontato la loro storia e la loro fierezza facendo leva su uno dei tre prodotti esposti, quello di punta: la Falanghina irpinia “Perzechè”. La singolarità del prodotto è data dalla sperimentazione di vigneti di uva di varietà Falanghina su terreni particolari ed insoliti che vi hanno conferito delle note aromatiche vincenti. La coraggiosa ricerca e innovazione ha consentito ai giovani di ricevere più di un riconoscimento per il suddetto prodotto.

 

L’azienda agricola La Masseria di Maria per il secondo anno consecutivo era presente al Campania Wine Sustainability ed era rappresentata da due dei suoi attori fidati, che hanno descritto con accuratezza il territorio di provenienza del prodotto e dato una panoramica dell’azienda. Ci spostiamo con loro nella zona del Taburno tra i comuni di Cautano e Campoli del Monte Taburno. La famiglia a conduzione dell’azienda lavora da oltre un secolo e tutto non può che riflettersi nelle ottime etichette poste a rappresentanza al Campania Wine Sustainability. La degustazione, in questo caso, ha previsto un ottimo Aglianico del Taburno rosato, parte di una selezione DOP/DOCG e una Falanghina spumante extra Dry, facente parte di una accurata selezione denominata Gli Speciali

Spostandosi di pochi metri dalla Galleria Umberto I, verso Piazza Trieste e Trento, si trova il MUSAP, Museo Artistico Politecnico di Napoli, sito ufficiale delle masterclass.

Come accennato precedentemente, infatti, l’evento Campania Wine Sustainability dava anche la possibilità agli appassionati di iscriversi a una delle masterclass per wineloversLa Campania in 10 vini” tenute da Chiara Giorleo in collaborazione con AIS Campania. Chiara Giorleo è una enogastronomica e docente AIS (Associazione Italiana Sommelier). Oltre preziosi approfondimenti per i più esperti, che hanno avuto modo di interfacciarsi attivamente, la masterclass incuriosiva anche i semplici appassionati, presenti per saperne di più. La masterclass consisteva in una descrizione della geofisica campana analizzando una serie di caratteristiche che, congiuntamente, rendono l’identità vinicola campana unica in Italia; nello specifico, si è parlato di clima, orografia e Corpi d’Acqua, suoli, viticoltura eroica e ampelografia. In più, era previsto l’assaggio di 10 tipologie di vino in correlazione alle spiegazioni tecniche degli esperti sulle relative caratteristiche organolettiche, come a fare un viaggio tra diversità e ricchezza dei vitigni campani. I vini passati in rassegna erano: Cilento DOC Fiano o Paestum IGT Fiano, Costa d’Amalfi DOC Rosso, Falanghina del Sannio DOC, Falerno del Massico DOC Rosso, Fiano di Avellino, Greco di Tufo DOCG, Roccamonfina IGT Bianco, Sannio DOC Coda di Volpe, Vesuvio Lacryma Christi DOC Rosato, Vesuvio Lacryma Christi DOC Rosso. Come si evince, sono selezionati a gruppi di due per provincia.

La masterclass ha fornito numerose conoscenze basiche senza le quali è impossibile comprendere l’esclusività dell’evento stesso. La disomogeneità del suolo e del clima campano sembrerebbero essere la fortuna dell’enoturismo. Su tutto, ciò che colpisce è il primato della Campania per il più alto numero di vitigni autoctoni e massiccia presenza di viticoltura eroica: i vitigni in costiera amalfitana a 700 metri di altitudine a strapiombo sul mare la fanno da padrone. Tendenzialmente, con climi molto caldi e condizioni afose ci si aspetterebbero vini esclusivamente tannici e molto alcolici. Tuttavia, il clima campano si configura come mediterraneo e mite verso Caserta, Napoli e Salerno, appena ci spostiamo verso l’interno, ad esempio nella provincia di Avellino, abbiamo gli appennini, con altitudini fino a 500 metri. Gli appennini, infatti, consentono di rinfrescare e offrire escursioni termiche considerevoli. La presenza di numerosi Corpi d’Acqua oltre il mare sulla costa e il suolo prettamente vulcanico (non solo a Napoli ma anche a Caserta con il vulcano di Roccamonfina), conferiscono caratteri unici alle colture campane. Basti pensare alle province interne quali Benevento e Avellino, che presentano un suolo con stratificazioni fino a 20 cm dovute alle ceneri vulcaniche: uno scenario singolare.

Fonte immagini: Guglielmo Verrienti

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