9 luglio 2003: arriva al cinema La maledizione della prima luna

9 luglio 2003

9 luglio 2003: il film d’avventura La maledizione della prima luna arriva nei cinema statunitensi e riscuote un notevole successo

«Signori, milady, ricorderete questo giorno come il giorno in cui avete quasi catturato Capitan Jack Sparrow!»

Era il 9 luglio del 2003, quando i primi spettatori statunitensi si recarono al cinema per vedere il nuovo film d’avventura prodotto e distribuito dalla Walt Disney, con Johnny Depp, Keira Knightley, Orlando Bloom, Geoffrey Rush e Jonathan Pryce come protagonisti. Quelle persone ebbero l’occasione di ascoltare (per prime) questa battuta pronunciata dal pirata interpretato da Depp, la quale diventerà famosa assieme al personaggio che l’aveva recitata. La pellicola in questione è La maledizione della prima luna (Pirates of the Caribbean: The Course of the Black Pearl), l’inizio di una saga d’avventura e fantasy entrata a far parte  della cultura pop degli anni Duemila. 

Nonostante il notevole incasso internazionale, la Walt Disney Company era scettica e riteneva impossibile che un film sui pirati potesse riscuotere un notevole successo. L’ultima avventura cinematografica dei bucanieri caraibici prima di quel 9 luglio 2003 fu il film Pirati (1986) di Roman Polański, il quale era stato un notevole flop al botteghino.

La maledizione della prima luna, la storia vera di uno dei maggiori successi della Walt Disney arrivata il 9 luglio 2003 nelle sale cinematografiche

Alla fine degli anni Novanta lo sceneggiatore Terry Rossio (che lavorò assieme a Ted Elliot alle storie dei film La maschera di Zorro, Godzilla, La strada per El Dorado, Shrek e The Legend of Zorro) era incaricato di scrivere una sceneggiatura per un possibile adattamento cinematografico della serie videoludica Monkey Island, ma il progetto (prodotto da George Lucas) venne cancellato. In seguito Rossio ed Elliot furono assunti dalla Disney per modificare un precedente soggetto scritto da Stuart Beattie (basato sulla celebre attrazione di Disneyland Pirati dei Caraibi), mentre Gore Verbinski fu assunto in qualità di regista. 

Uno dei grandi cambiamenti tra la prima bozza e il film uscito nelle sale il 9 luglio 2003 riguarda il personaggio di Jack Sparrow. In origine (come riportato dal quotidiano Il Giornale), Beattie immaginò il “ladro dei mari” basandosi su Hugh Jackman (il noto interprete di Wolverine nei film degli X-Men, il nome Jack era un’omaggio all’australiano), ma la Disney cercava una star hollywoodiana capace di attirare il grande pubblico e Jackman non era ritenuto tale. Nel 2001, Johnny Depp contattò la Casa di Topolino nel caso fosse in programma un nuovo film per famiglie. Quando seppe che erano al lavoro su un film dedicato ai filibustieri nei Caraibi, Depp partecipò ai provini e decise di rivedere il personaggio affidatogli. Il Jack Sparrow che conosciamo noi da quel 9 luglio 2003 nacque da alcuni “esperimenti” condotti dal noto attore dopo una lunga riflessione in una sauna. Se Will Turner era “il modello dell’eroe senza macchia come il Robin Hood di Errol Flynn”, allora il suo pirata aveva la personalità tra “il chitarrista rock Keith Richards (membro della band The Rolling Stones e suo amico) e un personaggio dei Looney Toones come Bugs Bunny”, ma era anche “un balordo dei mari amante del rum e dei piaceri della carne”. Nonostante l’incertezza del presidente dei Walt Disney Studios, il divo del cinema convinse il resto della troupe a fidarsi delle sue intuizioni.

L’inizio di una saga di successo per la Disney

All’uscita del 9 luglio 2003, il film ottenne un notevole successo da parte del pubblico e della critica cinematografica. La maledizione della prima luna piacque poiché ricordava i vecchi film di pirati dell’Età d’oro di Hollywood e perché era un blockbuster pensato per un pubblico contemporaneo come la trilogia del Signore degli Anelli, i film di Harry Potter o gli Spider-Man di Sam Raimi. Il personaggio di Jack Sparrow divenne il beniamino degli spettatori e dei bambini. Dopo aver incassato circa 654 milioni di dollari al box-office (contro un budget di 140 milioni, come riportato dal sito Box Office Mojo), la Disney si convinse di aver trovato una saga d’avventura amata dal pubblico, come nel caso di Indiana Jones negli anni Ottanta.

Dopo il successo del 9 luglio 2003, Elliot e Rossio lavorarono a due seguiti girati con riprese consequenziali (ovvero girati contemporaneamente): Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (Pirates of the Caribbean: Dead Man’s Chest, 2006) e Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (Pirates of the Caribbean: At World’s End, 2007), ambedue diretti dallo stesso regista. Successivamente il produttore Jerry Bruckheimer diede il via libera anche ad altri due seguiti: Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides, 2011) e Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar (Pirates of the Caribbean: Dead Man Tell No Tales, 2017), stavolta diretti (rispettivamente) da Rob Marshall e il duo Joachim Rønning ed Espen Sandberg. Gli ultimi due non ottennero lo stesso gradimento della critica e del pubblico della trilogia originale. 

Gli altri tentativi falliti: il caso di Prince of Persia – Le sabbie del tempo e The Lone Ranger

Oltre alla saga di Pirati dei Caraibi, che ebbe il suo battesimo il 9 luglio 2003, il produttore Bruckheimer lavorò anche ad altri due progetti seguendo “il medesimo stile”, ma fallendo. Si trattò di Prince of Persia – Le sabbie del tempo (Prince of Persia: The Sands of Time, 2010) di Mike Newell (regista di Donnie Brasco) e The Lone Ranger (2013) sempre diretto da Verbinski. Il primo film è l’adattamento cinematografico dell’omonimo videogioco della Ubisoft (con Jake Gyllenhaal, Gemma Arterton, Alfred Molina, Ben Kingsley e Toby Kebell); invece, il secondo è un western basato su un noto personaggio di un programma radiofonico, di una serie a fumetti e di una serie tv degli anni Cinquanta. Armie Hammer, Johnny Depp, Ruth Wilson, Helena Bonham Carter, Tom Wilkinson e William Fichtner erano parte del cast di The Lone Ranger.

La pellicola dedicata al principe persiano non riscosse successo a causa delle diverse infedeltà rispetto alla trama del videogioco e Gyllenhaall non riuscì a convincere la critica e il pubblico assieme al resto del cast (e la produzione fu accusata di whitewashing per aver assunto un cast di attori principalmente caucasici e non arabi o persiani), però i costumi, le musiche di Harry Gregson-Williams e le scenografie (basate su location in Marocco) furono oggetto di elogi. Prince of Persia – Le sabbie del tempo incassò circa 336 milioni di dollari contro un budget di 200 milioni (come riportato da Box Office Mojo).

Invece “il Pirati dei Caraibi nel Far West” non suscitò l’interesse del pubblico americano e incassò 260 milioni di dollari contro un budget di 215 milioni (sempre secondo Box Office Mojo). La pellicola (che uscì nelle sale il 3 luglio di 10 anni fa) fu criticata non solo per il suo ritmo e la storia raccontata, ma anche per la presenza di Johnny Depp nei panni di un “guerriero comanche di nome Tonto”. L’attore e musicista rock rivelò (come riportato dal quotidiano La Repubblica in un suo articolo all’uscita nelle sale) di avere origini cherokee, quindi egli è in parte nativo americano e per questo non si trattò di un caso di “whitewashing”. 

Fonte immagine di copertina dell’articolo: Wikipedia

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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