Il termine kalām viene dall’arabo e significa letteralmente “parola”, “discorso”; e nel campo della teologia islamica, attraverso l’espressione ʿilm al-kalām, facciamo riferimento alla scienza della parola (o del discorso) di Dio. Tale scienza speculativa si diffuse a partire dalla Rivelazione, avvenuta nel VII secolo tramite il profeta Muḥammad, e dai conseguenti studi esegetici del Corano, testo sacro dell’Islām e fonte assoluta del messaggio divino, nonché portatore, appunto, della parola di Dio. Coloro che si occupano del kalām, sono detti mutakallimun, cioè “coloro che parlano”.
Storia e sviluppo
La teologia subentrò nelle vite dei musulmani con il tentativo di difendere i principi della loro fede contro gli attacchi di altre religioni, particolarmente dei cristiani. Di seguito, tra l’VIII ed il X secolo, si formarono molti gruppi teologici, ma a tenere le redini della teologia islamica furono in particolar modo due grandi scuole teologiche: la scuola della Mu’tazila e la scuola dell’ Ash’aria. La prima fu fondata da Wāṣil b. ʿAṭāʾ, mentre la seconda più tardi da Abu al-Hasan al-Ash’ari. Tra il mu’tazilismo e l’ash’arismo vi sono alcune differenze, ma possiamo affermare una base coesistente, fondata su alcuni principi cardini della teologia islamica: l’unicità di Dio (tawhīd), la giustizia divina, l’adempimento di Dio ai fedeli di ogni promessa e di ogni minaccia a chi disobbedisce, lo stato intermedio del peccatore, l’obbligo, per l’uomo, di ordinare il bene e di evitare il male. Parlando di un’importante “crepa” concettuale tra i due pensieri, in quello mu’tazilita si crede nella responsabilità dell’essere umano nei confronti del suo destino, quindi dell’esistenza del libero arbitrio; in opposizione, invece, il pensiero ash’arita condivide quello dell’assoluta onnipotenza di Dio, che è causa diretta di ogni cosa.
Al-Ghazālī
Il più importante e rappresentativo esponente della teologia islamica fu Al-Ghazālī (1058-1111); egli definì il kalām «la conoscenza che ha per oggetto Dio e che si fonda sugli insegnamenti di Muḥammad». Egli è un luminare in questo campo per i suoi importanti scritti, ossia il Libro sulla moderazione della credenza e La vivificazione delle scienze della religione; attraverso tali documenti, Al-Ghazālī argomentò e criticò alcune nozioni filosofiche, in particolar modo tre: l’affermazione dell’eternità del mondo, l’idea che Dio conosca la verità assoluta, e l’immortalità dell’anima (negando quindi la resurrezione dei corpi).
Dunque, non bisogna pensare però che la teologia islamica del kalām sia chiusa e contro eventuali confronti, anzi, è una scienza aperta, che ha sempre accolto confronti (soprattutto con le altre due religioni bibliche monoteiste, il cristianesimo e l’ebraismo), portando a numerosi influssi con altre culture. Inoltre, è la base della comprensione del fondamento dell’umanità.
Fonte per Kalām, teologia speculativa islamica: Pixabay e Wikipedia