Ghemon al Bolivar, il rapper porta sul palco il progetto Una cosetta così | Recensione

Ghemon al Bolivar

Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo del 2021 con la canzone Momento perfetto e la pubblicazione dell’album E vissero per sempre feriti e contenti (2021), Ghemon è arrivato al Teatro Bolivar di Napoli il giorno venerdì 8 marzo con un progetto che mescola musica rapstand-up comedy.

Una cosetta così è il titolo del progetto teatrale e musicale del rapper, e fa parte di un breve tour realizzato dal musicista e da Carmine Del Grosso. In primis, Gianluca Picariello si è esibito il 24 febbraio al Teatro del Parco di Mestre e, in seguito, sarà presentato alle Officine Cantelmo a Lecce.

Ghemon presenta al pubblico del Bolivar il suo progetto Una cosetta così: tra autobiografia, musica e voglia di divertire

Questo progetto di Ghemon al Bolivar combina musica e comicità, ed è un racconto intimo e iperbolico della sua vita. Il rapper, in Una cosetta così, affronta diversi temi: la sua gioventù ad Avellino, la scoperta della musica rap degli Stati Uniti, una fidanzata vegana che ribadisce sempre la sua scelta etica di non consumare prodotti di origine animale (sia per quanto riguarda il cibo che per gli indumenti o la cosmesi), un padre desideroso che il proprio figlio trovasse “un posto fisso”, la partecipazione al Festival di Sanremo nel secondo anno della pandemia di Covid-19, e infine, il successo come cantante negli anni Duemila. Il racconto della propria vita si unisce alla musica, ma è a tratti paradossale e ingigantito, e si basa sulla falsariga dello stile letterario delle opere di Paolo Villaggio o di David Foster Wallace. Grazie alla presenza del tastierista Giuseppe Seccia e del chitarrista Filippo Cattaneo Ponzoni, Ghemon trasforma le sue emozioni in musica, proponendoci prima tre canzoni e, in conclusione, alcuni versi rap.

Una cosetta così
Fonte immagine: si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Bolivar

La catarsi della risata e il racconto che affronta tantissimi temi

Una cosetta così è uno spettacolo che manifesta due obiettivi diversi. Il primo è quello di riflettere sulla carriera di un artista, di indagare al microscopio le origini delle proprie passioni e di confrontare le scelte passate con gli avvenimenti del presente o i desideri del futuro.

Ghemon al Bolivar dichiara di amare la musica rap, ma anche le restanti manifestazioni della musica afroamericana come il soul e il blues, la pallacanestro, le sneakers. Narra anche di quando realizzò il suo più grande sogno: quello di trovarsi a New York, la città che manifesta le passioni di un adolescente, il quale, durante il suo percorso scolastico, difficilmente riuscì a trovare altri coetanei con i quali condividere i medesimi hobby. Oltre a queste passioni, il monologo comico del rapper avellinese affronta il rapporto con la sua famiglia, soprattutto quello con il padre che non immaginava il possibile successo del figlio nella musica italiana contemporanea. Durante la sua autobiografia narrata, l’artista non esita a fare riferimenti all’attualità e ad altri colleghi del panorama musicale, certamente senza offendere nessuno o criticare in maniera eccessiva.

Mettersi al nudo e raccontare fra passato, presente, futuro e le proprie fragilità. L’essenza del progetto di Ghemon al Bolivar 

Infine, dobbiamo sottolineare come il titolo molto banale riassume l’essenza del progetto teatrale-musicale di Ghemon al Bolivar. Una cosetta così è un qualcosa di semplice, rappresenta l’artista che si mette a nudo, il ragazzo che si maschera dell’identità artistica di Ghemon per tornare a essere Gianluca, un po’ come Peter Parker e il suo alter ego Spider-man. Da un lato c’è il grande eroe rosso-blu di New York, le cui imprese sono raccontate dai giornali e sono oggetto di discussione del pubblico; invece, dall’altro lato c’è un ragazzo semplice, buono, disposto ad aiutare il prossimo ma con le sue debolezze e le sue fragilità.

Quindi, questo è un progetto teatrale, presentato da Ghemon al Bolivar, che risulta essere molto interessante e simpatico. Un monologo-riflessione al quale possono prendere parte sia i fan più accaniti del rapper, che il grande pubblico che lo conosce per alcune canzoni distribuite dalle radio o riprodotte da Spotify.

Fonte immagine di copertina: ufficio stampa del Teatro Bolivar

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

Vedi tutti gli articoli di Salvatore Iaconis

Commenta