La solitudine dei numeri primi, di Paolo Giordano | Recensione

la solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano: presentazione

La solitudine dei numeri primi è il primo romanzo dello scrittore italiano Paolo Giordano, edito da Mondadori e pubblicato in lingua italiana nel 2008. Diffuso in ben 22 paesi, il libro ottenne un grandissimo successo con più di un milione di copie vendute solo in Italia. Nello stesso anno l’autore riceve diversi premi letterari, tra questi spiccano: il premio Campiello Opera Prima, il premio Fiesole Narrativa Under 40, il Premio letterario Merck Serono e il prestigioso premio Strega che, ottenuto alla giovane età di 26 anni, lo qualifica come degno di riconoscimento e ammirazione. Nel 2010 fu tratto, dal suo romanzo, un film omonimo che fu presentato anche in concorso alla 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, che ottenne una mole considerevole di incassi.

Biografia dell’autore

Paolo Giordano nasce a Torino nel 1982 e si diploma con il massimo dei voti al liceo scientifico statale Gino Segré. Nel 2006 si laurea in Fisica presso l’Università di Torino, presentando una tesi annoverata tra le migliori e consegue, successivamente, il dottorato di ricerca in Fisica Teorica. Dopo aver pubblicato il suo primo romanzo La solitudine dei numeri primi con cui si afferma a livello internazionale, si dedica alla stesura di altri. Nel 2012, infatti, pubblica il suo secondo romanzo intitolato Il corpo umano a cui segue, pochi anni dopo, Il nero e l’argento, Divorare il cielo e, infine, Tasmania.

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano: trama

La solitudine dei numeri primi racconta la storia di due giovani ragazzi: Alice e Mattia, la cui infanzia è segnata da eventi traumatici che influenzeranno, inevitabilmente, il loro percorso di vita. Alice, per compiacere il padre, pratica uno sport che non la appassiona e per cui non mostra alcuna attitudine. Lo sci sarà la causa della sua sofferenza, un incidente la condanna per il resto della sua vita. Mattia, d’altro canto, si sente responsabile della scomparsa della sorellina, affetta da una grave patologia cognitiva che sarà motivo di isolamento da parte dei suoi coetanei. Tutti e due sviluppano così un senso di inadeguatezza che li relega ad una condizione di solitudine e di incomunicabilità. Accade, però, che i due s’incontrano e stringono un’amicizia particolare. I due avevano riconosciuto la propria solitudine l’uno nell’altra anche se non riuscivano, comunque, a superarla se non in pochi momenti dove si scoprivano vicendevolmente, accumunati dalle stesse particolarità e da uno stato esistenziale comune che li avvicinava ma, allo stesso tempo, li allontanava poiché incapaci di restare insieme e accettare l’incertezza del rapporto.

La solitudine dei numeri primi: riflessioni

I protagonisti del libro di Paolo Giordano sono come due “numeri primi gemelli“: quasi vicini tra loro ma mai in totale contatto, quasi sul punto di avvicinarsi l’un l’altro senza mai raggiungersi del tutto. Separati da un solo numero pari, da un ostacolo insormontabile. La solitudine che li colpisce rispecchia la solitudine odierna, in un mondo che corre troppo veloce, che non incoraggia ma lascia passare, dove essere dei “numeri primi” in una società di numeri perfetti e ordinari è una condanna e non un motivo di confronto.

Fonte dell’immagine in evidenza: Mondadori

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