Romanzi di Philip Roth, 3 titoli da non farsi sfuggire

Philip Roth, tre titoli da non farsi sfuggire

3 romanzi di Philip Roth da non perdere

Philip Roth detiene sicuramente un posto d’onore tra gli scrittori più affermati della letteratura americana.
Onorato nel corso della sua carriera da numerosi riconoscimenti, prima tra tutti il prestigioso Premio Pulitzer – una tra le vittorie più ambite per gli scrittori oltreoceano – Roth è un autore controverso, scomodo per certi versi, sia apprezzato che disprezzato per le sue opere dissacranti e, inutile negarlo, non sempre piacevoli.
Scrittore prolifico, ha pubblicato nel corso della sua carriera di scrittore più di ventiquattro romanzi, quattro opere di saggistica e tre raccolte di racconti. 
Le sue opere toccano una gran varietà di temi: si parla molto di società, dell’America, dell’essere ebrei ma, soprattutto, della vita quotidiana, di cosa voglia dire stare al mondo e dei rapporti interpersonali, che riempiono, o talvolta svuotano, l’esistenza umana di significato.

Ma quali libri selezionare, da una produzione così vasta, per cominciare ad approcciarsi a questo grande autore?
Di seguito 3 romanzi di Philip Roth da non perdere!

  1. Indignazione

    Uno dei romanzi di Philip Roth più brevi – 140 pagine appena – in cui è condensata una storia molto toccante e ricca di spunti di riflessione.
    Ci troviamo in America in una città chiamata Newark.  Protagonista della storia è il giovane Markus, un diciannovenne che si sta preparando per andare in un college fuori città, lasciandosi alle spalle le ansie di un padre iperprotettivo e ipocondriaco, nonché un clima familiare rigido e soffocante che gli ha trasmesso un imprescindibile senso del dovere.

    Ci troviamo in un contesto storico particolare: è il 1950, sono gli anni del conflitto tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. L’elemento della guerra resta di sfondo per gran parte della storia, emerge soltanto in momenti particolari, in cui Markus riflette sull’importanza di conseguire un titolo di studio, poiché questo gli permetterà di evitare il servizio militare.
    Nel periodo dell’università, Markus farà una serie di nuove esperienze e di scelte sbagliate che, come ci anticipa già dalle prime pagine, lo condurranno su una strada che non si sarebbe mai aspettato di percorrere. Nelle ultime pagine, il finale ribalta completamente la percezione della storia avuta fino a quel momento, e Philip Roth ci lascia con la fine dei uno dei suoi migliori romanzi a riflettere sul «terribile, incomprensibile modo in cui le scelte più accidentali, più banali, addirittura più comiche, producono gli esiti più sproporzionati».

  2. Lamento di Portnoy

    Romanzo satirico  dalla prosa accattivante, Lamento di Portnoy è un’opera molto discussa dai lettori di Philip Roth.
    Il protagonista, Alex Portnoy, è un ragazzo sessualmente deviato, ripugnato dai suoi stessi desideri e dalle proprie fantasie.
    Alex racconta con toni esilaranti la sua vita ad un analista, scavando nei suoi ricordi d’infanzia e ripercorrendo la sua storia familiare alla ricerca di un significato per la personalità deviata che si ritrova. 
    Come in molti suoi romanzi, ritroviamo degli elementi biografici della vita di Philip Roth anche in questo scritto: l’essere ebrei, vivere in una famiglia ebrea in America è un tema fondamentale e centrale all’interno dell’opera.
    Non mancano comunque le risate; proprio come dice Alex: «questa è la mia vita, la mia unica vita, e la sto vivendo da protagonista di una barzelletta ebraica».

  3. La macchia umana

    Forse uno tra i romanzi più amati di Philip Roth, La macchia umana è un’opera lunga e carica di spunti di riflessione.
    La voce narrante è Nathan Zuckerman – alter ego di Roth che compare anche in molti altri suoi romanzi -, uno scrittore che ci racconta la storia di Coleman Silk, professore universitario coinvolto in uno scandalo amoroso con una donna di qualche decennio più giovane di lui, nonché un uomo che, da cinquant’anni, custodisce un segreto di cui nemmeno la sua famiglia si è mai accorta.
    La macchia umana è un romanzo ricco, variegato nelle tematiche che propone: si parla di razzismo, conflitti di classe, sesso, vendetta, menzogne. Ci troviamo dinanzi a una storia imperniata attorno a rapporti umani disfunzionali, fatta di personaggi la cui caratterizzazione li rende quasi vivi, autentici come persone in carne ed ossa.
    Philip Roth in questo romanzo scrive  sulla condizione dell’essere umano e dello stare al mondo: «Noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è altro mezzo per essere qui. Nulla a che fare con la disobbedienza. Nulla a che fare con la grazia o la salvezza o la redenzione».

Fonte immagine in evidenza: Freepik

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