Divine di e con Danio Manfredini (Galleria Toledo) | Recensione

Divine di e con Danio Manfredini

Il romanzo del 1943 Nostra signora dei fiori (Notre Dame des Fleurs) di Jean Genet, capolavoro della letteratura delinquenziale, prende vita grazie all’interpretazione di Danio Manfredini al teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo di Napoli nello spettacolo Divine.

L’esordio alla scrittura di Jean Genet, composto mentre l’autore si trovava in carcere in seguito a una serie di piccoli reati,  è un flusso onirico sullo sfondo di una Parigi dell’anteguerra. I protagonisti del racconto sono emarginati: prostituti e delinquenti che vivono di ciò che li esclude dalla comunità.  Nostra signora dei fiori, il libro dal quale è stato tratto lo spettacolo Divine di e con Danio Manfredini, è un romanzo pseudo-autobiografico non solo perché lo scrittore francese è stato egli stesso vittima delle difficoltà che riserva da sempre la società, ma anche perché si tratta di un chiaro riferimento alle vicissitudini di Maurice Pilorge, un assassino contemporaneo di Genet che fu condannato a morte nel 1939, pochi anni prima della pubblicazione dell’opera.

Nel saggio Santo Genet, Jean Paul Sartre definisce il romanzo dello scrittore ladro (da lui denominato in questo modo) “un manifesto della libertà propugnata dal primo esistenzialismo” di cui lo stesso filosofo è celebre esponente. Unico abitante della scena assieme ad un leggio, Danio Manfredini narra la vita del protagonista Divine con la maestria di una recitazione pluripremiata, affiancata da suggestivi disegni creati da lui che rendono tangibile e visivo quanto la scrittura poetica e lirica di Genet vuole esprimere. Quest’ultimo ha infatti rappresentato più volte il fatto che non ammettesse la vitalità del verbo a meno che non fosse accompagnata dalla bellezza della parola, sottolineando l’importanza fondamentale di trovare il giusto equilibrio tra forma e contenuto.

L’Oltreuomo di Nietzsche in Divine, lo  spettacolo di e con Danio Manfredini al teatro Galleria Toledo.

Con la sua infinitezza, l’universale pensiero di Friedrich Nietzsche si insidia anche tra i profondi significati presenti in Divine, questo spettacolo del cinque volte premio Ubu Danio Manfredini. Se l’Oltreuomo è colui che rifiuta di rifugiarsi in una condizione apollinea (dominata dalla ragione) e  che, prediligendo invece quella dionisiaca accetta le voracità ed il caos previsti da uno spirito votato al dio dell’ebbrezza,  allora questo concetto nietzschiano è facilmente riconducibile all’atmosfera suscitata dalle scelte prese dai personaggi di Nostra signora dei fiori di Jean Genet. Lo scrittore degli anni ’40 attua infatti un autentico rovesciamento dei valori sociali generalmente acquisiti, fino a rendere l’omosessualità un supremo requisito associato all’illegalità (tramite una dimostrazione provocatoriamente per assurdo). 

La narrazione è infatti una vera e propria apologia del male dove i crimini più efferati e crudeli come uccidere o tradire gli amici sono atti virtuosi eseguiti per puro gusto oppure a scopo sessualmente eccitativo. A conferma di quanto detto, basti considerare l’incipit dello spettacolo e del romanzo: il protagonista viene stimolato alla scrittura dalle proprie fantasie masturbatorie, in poche parole quindi, l’ispirazione solitamente generata dalle muse nei poemi più aulici, proviene in questo caso da un atto socialmente denigrato e celato. Per questo motivo si può dire che i personaggi dello spettacolo Divine di e con Danio Manfredini godano della massima contemplazione della realtà perchè mossi dal coraggio di “guardare in faccia Medusa“: di affrontare gli abissi e i deserti della vita.

Andando contro il cristianesimo, il razionalismo ed il positivismo, la filosofia di Nietzsche ribalta i valori canonici del bene ai quali il gregge si affida e che invece l’Oltreuomo (e quindi Divine) scardina, preferendo ció che ama rispetto a ció che crede sia giusto. Per concludere, la costante ricerca artistica di Danio Manfredini ha permesso agli spettatori di assistere ad una performance completa e di spessore in tutti i suoi aspetti.

Al teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo di Napoli lo spettacolo Divine di e con Danio Manfredini, liberamente ispirato al romanzo di Jean Genet Nostra signora dei fiori (Notre dame des Fleurs) del 1943.

Fonte dell’immagine in evidenza per Divine, lo spettacolo di e con Danio Manfredini al teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo di Napoli | Recensione: ufficio stampa.

Altri articoli da non perdere
Vuccirìa Teatro in Immacolata Concezione | Recensione
Vuccirìa Teatro

Recensione dello spettacolo Immacolata Concezione di Vuccirìa Teatro in scena dal 10 al 15 maggio al Piccolo Bellini. Vuccirìa Teatro Scopri di più

Resurrexit Cassandra, il genio di Jan Fabre al Teatro Bellini
Resurrexit Cassandra

Dopo la rassegna estiva del Napoli Teatro Festival 2020, si torna nei teatri. E lo si fa per davvero. Il Scopri di più

Faustus in Africa di William Kentridge, al Mercadante | CTF
Faustus in Africa di William Kentridge, al Mercadante | CTF

Il Campania Teatro Festival 2025 si apre all’internazionalità: Faustus in Africa di William Kentridge va in scena al Teatro Mercadante Scopri di più

Chi è io? Pannofino, Iovone e Rossi al Teatro Diana | Recensione
Chi è io? Pannofino, Iovone e Rossi al Teatro Diana | Recensione

"Chi è io?" è uno spettacolo in scena al Teatro Diana di Napoli dal 26 febbraio al 9 marzo 2025. "Chi Scopri di più

Ballerine in pandemia: intervista a Karina Samoylenko
Ballerine in pandemia: intervista a Karina Samoylenko

Karina Samoylenko, classe ’96, è una ballerina del teatro San Carlo di Napoli. Il percorso che l’ha condotta in Campania Scopri di più

Don Giovanni del limite e della finzione (Sala Assoli) | Recensione
Don Giovanni del limite e della finzione

In Sala Assoli rinasce, innovativo e imprevedibile, il Don Giovanni di Molière col titolo Don Giovanni del limite e della finzione Scopri di più

A proposito di Sofia Di Stasio

Vedi tutti gli articoli di Sofia Di Stasio

Commenta