Una storia straordinaria: intervista a Diego Galdino

Una storia straordinaria: intervista a Diego Galdino

Una storia straordinaria è il recente libro (edito lo scorso febbraio) scritto da Diego Galdino e pubblicato per i tipi di Leggereditore (Gruppo Editoriale Fanucci).

In occasione della lettura del romanzo, abbiamo intervistato l’autore.

Una storia straordinaria: intervista all’autore Diego Galdino

Diego, vuol presentarci la sua storia editoriale?

Dopo anni di gavetta, fatta di tanti sacrifici, sono stato scoperto da uno dei più importanti agenti letterari del mondo Vicki Satlow che ha creduto in me come scrittore fin da subito permettendomi di farmi apprezzare da un’importante casa editrice del Gruppo Mondadori come la Sperling & Kupfer con la quale ho pubblicato cinque romanzi. Il mio primo romanzo Il primo caffè del mattino fu considerato un caso editoriale divenendo un best seller in molti paesi del mondo aprendomi le porte del successo nazionale ed internazionale che mi ha portato ad oggi ad essere pubblicato con successo  in otto paesi europei e in Sudamerica e a suscitare l’interesse di un importante produttore cinematografico europeo intenzionato a fare de Il primo caffè del mattino un bellissimo film. Fino ad arrivare ad oggi, al mio ultimo romanzo Una storia straordinaria pubblicato con la Leggereditore del Gruppo editoriale Fanucci.

Una storia straordinaria si svolge in primis attraverso la descrizione delle percezioni sensoriali: i sensi si confondono fra descrizioni di percezioni uditivi, olfattive, visive, gustative, tattili; i primi capitoli del testo, non a caso, richiamano, per ognuno, un’esperienza percettiva: da cosa nasce quest’intenzione e scelta d’autore?

Sono sempre stato convinto che noi non diamo la giusta considerazione ai nostri sensi, dandoli a volte quasi per scontato, senza renderci conto che essi sono fondamentali per la nostra vita e soprattutto per le nostre storie d’amore. In questo caso dovremmo prendere esempio dagli orientali, da sempre capaci di apprezzare i cinque sensi, assaporandoli e vivendoli con la giusta lentezza. Una storia straordinaria nasce anche per questo scopo. Qualche anno fa mi trovavo al Giardino degli aranci sull’Aventino insieme alle mie figlie. Stavo tranquillamente seduto su una panchina osservandole mentre si facevano dei selfie con alle spalle un panorama unico, Roma in tutta la sua bellezza. Sembrava la scena più bella di un film. Così ho pensato a cosa avrei fatto se mi fosse stata tolta improvvisamente la possibilità di guardare le persone che amo, Roma e i film. Ho chiuso gli occhi; quando li ho riaperti è iniziata Una storia straordinaria

Nei ringraziamenti in fondo al testo, nomina il suo precedente romanzo, Bosco Bianco: vuole descriverne, ai nostri lettori, la storia?

Non sono molto bravo con le sinossi, posso dire che Bosco Bianco è un romanzo fatto di tanti tipi di amore, tra genitori e figli, per un posto, tra un uomo e una donna, l’amore assoluto scevro da pregiudizi e regole scritte, un romanzo con tre protagonisti, una splendida tenuta sulla costiera amalfitana chiamata Bosco Bianco, una coppia d’innamorati dei giorni nostri e una coppia d’innamorati del passato. 

Diego, lei è autore di storie che parlano di sentimenti: cosa significano per lei, come uomo, l’amore e le relazioni affettive in toto?

Di solito per rispondere a questa domanda ora sono solito usare le parole dei due protagonisti di Una storia straordinaria

Luca rise piano, scuotendo la testa. «Assolutamente no, il mio discorso è un avvertimento in positivo. Tu in questi giorni mi hai fatto capire che l’amore è come uno di quei bracieri votivi che si trovavano nei templi dell’antica Grecia e l’innamorato, in questo caso io, è un po’ come quelle ancelle che erano destinate a passare tutta la loro vita a cercare di mantenere il fuoco del braciere sempre acceso… Non ti puoi distrarre o addormentare, specialmente la notte. Perché altrimenti il fuoco rischia di spegnersi. E se è vero che credi nell’amore, come le ancelle credevano nel dio del tempio, non puoi permetterlo…».

Silvia si commosse e con il dito si tamponò gli angoli degli occhi per fermare le lacrime che dopo essersi formate stavano per scendere giù. Non sapeva se si fosse commossa per la bellissima metafora di Luca, per come l’aveva detta, o per il fatto che avesse detto che era innamorato. Una cosa però la sapeva.

«Wow! Che metafora splendida. La tua immagine dell’amore è davvero suggestiva. Anch’io però ne ho una, non sarà fascinosa come la tua, ma spero sia abbastanza chiara da renderti bene l’idea. Allora, per farla breve… Io l’amore lo vedo così: se l’uomo che amo vive sull’Isola di Pasqua, io vivrò sull’Isola di Pasqua.»

Per chi non lo sapesse l’Isola di Pasqua è il posto abitabile più isolato della Terra. Per raggiungerla dal Cile, il Paese più vicino, ci vogliono cinque ore di aereo durante le quali l’unica cosa che si vede dal finestrino è una distesa senza fine di acqua, acqua e sempre e solo acqua, per arrivare su questa minuscola isola che dal cielo vi sembrerà uno scoglio che affiora dall’immensità del mare. E per raggiungere il Cile da Roma ci vogliono circa quindici ore di volo.

Vuole anticipare ai nostri lettori i progetti ulteriori in cui è impegnato o ai quali avrà piacere e intenzione di dedicarsi nel prossimo futuro?

I miei progetti futuri sono gli stessi di adesso, riuscire a far conoscere Una storia straordinaria a più persone possibili, parlando di questo libro in giro per l’Italia… Aspettando che inizino le riprese del film tratto da Il primo caffè del mattino.

Ringraziando Diego Galdino, ricordiamo l’indirizzo telematico alla casa editrice: fanucci.it.

Fonte immagine in evidenza: eroicafenice.com

A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Contatti: [email protected] [email protected]

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