Poesie di Natale di poeti italiani e stranieri: 6 bellissime

poesie di Natale

Quello natalizio è uno dei periodi più attesi dell’anno, soprattutto dai bambini, ma anche uno dei più malinconici. I sorrisi e l’allegria dei bimbi, la magia delle luci e delle strade addobbate a festa, infatti, da sempre, si mescolano ai sentimenti di tristezza e di malinconia di chi questo periodo vorrebbe invece proprio saltarlo. Il Natale, così come il Capodanno, è dunque caratterizzato da emozioni ambivalenti che, spesso, sono state anche fonte d’ispirazione per numerosi componimenti poetici. La letteratura italiana e straniera è infatti ricca di poesie dedicate al Natale.

Di seguito presentiamo una breve selezione di poesie di Natale.

Il Natale è poesia

La poesia può essere considerata a pieno titolo un elemento della tradizione natalizia. Chi di noi da bambino non ha recitato una poesia al pranzo di Natale davanti a parenti ed amici? Chi di noi non ha mai scritto un biglietto d’auguri prendendo spunto da aforismi e poesie?

Da Gianni Rodari ad Alda Merini, passando per Saba e Quasimodo, tantissimi sono stati gli autori italiani e stranieri che si sono lasciati ispirare dal Natale, componendo poesie dal diverso stile. Vediamone insieme alcune.

Lo Zampognaro, Gianni Rodari

Gianni Rodari è senza dubbio uno degli autori che più ha scritto del Natale. Tra le sue famose filastrocche per bambini, infatti, spiccano: “L’albero dei poveri” che fa riflettere i bambini sul significato dell’albero di Natale e sui regali sotto l’albero; “Il magico Natale”, nella quale Rodari spiega cosa farebbe per Natale se avesse una bacchetta magica; “Il pianeta degli alberi di Natale” e “Lo zampognaro” (che proponiamo di seguito), poesia nella quale l’autore si immedesima in tanti personaggi, tra cui lo zampognaro, ma anche il pastore, e spiega cosa farebbe per Natale se fosse nei loro panni.

Se comandasse lo zampognaro

Che scende per il viale,

sai che cosa direbbe

il giorno di Natale?

“Voglio che in ogni casa

spunti dal pavimento

un albero fiorito

di stelle d’oro e d’argento”.

Se comandasse il passero

Che sulla neve zampetta,

sai che cosa direbbe

con la voce che cinguetta?

“Voglio che i bimbi trovino,

quando il lume sarà acceso

tutti i doni sognati

più uno, per buon peso”.

Se comandasse il pastore

Del presepe di cartone

Sai che legge farebbe

Firmandola col lungo bastone?

“Voglio che oggi non pianga

nel mondo un solo bambino,

che abbiano lo stesso sorriso

il bianco, il moro, il giallino”.

Sapete che cosa vi dico

Io che non comando niente?

Tutte queste belle cose

Accadranno facilmente;

se ci diamo la mano

i miracoli si faranno

e il giorno di Natale

durerà tutto l’anno.

Umberto Saba, A Gesù bambino

Anche Umberto Saba ha dedicato una poesia al Natale, una sorta di preghiera a Gesù Bambino al quale chiede di farlo essere sempre di buon animo.

La notte è scesa

e brilla la cometa

che ha segnato il cammino.

Sono davanti a Te, Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo,

ci hai insegnato

che tutte le creature sono uguali,

che le distingue solo la bontà,

tesoro immenso,

dato al povero e al ricco.

Gesù, fa’ ch’io sia buono,

che in cuore non abbia che dolcezza.

Fa’ che il tuo dono

s’accresca in me ogni giorno

e intorno lo diffonda,

nel Tuo nome.

Natale, Giuseppe Ungaretti

Più triste e profonda è “Natale” di Giuseppe Ungaretti, una poesia nella quale Ungaretti racconta del suo ritorno a casa per Natale dal fronte della Prima Guerra Mondiale. E’ il 1916, Ungaretti è in licenza a Napoli, ma è stanco e provato dalle atrocità della guerra e non ha voglia di tuffarsi tra la gente e nella città in festa.

Non ho voglia di tuffarmi

in un gomitolo di strade

Ho tanta stanchezza

sulle spalle

Lasciatemi cosi

come una cosa posata

in un angolo

e dimenticata

Qui non si sente altro

che il caldo buono

Sto con le quattro

capriole di fumo

del focolare

Poesie di Natale ispirate dal presepe

“Natale” è anche il titolo di una poesia di Salvatore Quasimodo, spesso citata anche come “Presepio”. L’autore osservando il presepe riflette sul concetto di pace: quella emanata dalle “figure di legno” (in riferimento al presepe) “non v’è nel cuore dell’uomo”, dove regna, invece, l’inquietudine.

Natale. Guardo il presepe scolpito,

dove sono i pastori appena giunti

alla povera stalla di Betlemme.

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti

salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio

delle figure di legno: ecco i vecchi

del villaggio e la stella che risplende,

e l’asinello di colore azzurro.

Pace nel cuore di Cristo in eterno;

ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.

Anche con Cristo e sono venti secoli

il fratello si scaglia sul fratello.

Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino

che morirà poi in croce fra due ladri?

Dal presepe prende spunto anche “La pecorina” del poeta torinese Guido Gozzano:

La pecorina di gesso,

sulla collina in cartone,

chiede umilmente permesso

ai Magi in adorazione

Splende come acquamarina

il lago, freddo e un po’ tetro,

chiuso fra la borraccina,

verde illusione di vetro.

Lungi nel tempo, e vicino

nel sogno (pianto e mistero)

c’è accanto a Gesù Bambino

un bue giallo, un ciuco nero.

Anche il famoso poeta romano Carlo Alberto Salustri, in arte Trilussa (anagramma del suo cognome), ha scritto una poesia pensando al presepe. Il componimento natalizio di Trilussa, come di consueto in dialetto romanesco, si intitola proprio “Er presepio”. L’autore dà voce a Cristo, il quale rimprovera gli uomini perchè, anziché praticare l’amore, come da lui insegnato, praticano l’odio; utilizzano simboli, ma non ne colgono il significato. La poesia è dunque un invito a riscoprirsi fratelli e ad amarsi.

Ve ringrazio de core, brava gente,

pè ‘sti presepi che me preparate,

ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,

si de st’amore nun capite gnente…

Pé st’amore so nato e ce so morto,

da secoli lo spargo da la croce,

ma la parola mia pare ‘na voce

sperduta ner deserto senza ascolto.

La gente fa er presepe e nun me sente,

cerca sempre de fallo più sfarzoso,

però cià er core freddo e indifferente

e nun capisce che senza l’amore

è cianfrusaja che nun cià valore.

Poesie di Natale di poeti stranieri

Non solo poeti italiani, ma anche illustri rappresentanti della letteratura straniera hanno dedicato componimenti poetici al Natale. Tra essi il poeta, drammaturgo e saggista tedesco Bertolt Brecht, che al Natale ha dedicato la breve lirica “Alla vigilia di Natale”. Seppur considerato lontano dalla religione, Brecht mostra un grande senso di spiritualità e in questa poesia invoca l’arrivo di Gesù in quanto necessario a chi vive nella povertà.

Ecco due poesie di Natale di poeti stranieri

Oggi siamo seduti, alla vigilia di Natale,

noi, gente misera,

in una gelida stanzetta,

il vento corre fuori, il vento entra.

Vieni, buon Signore Gesù, da noi,

volgi lo sguardo:

perché tu ci sei davvero necessario.

Anche il poeta, drammaturgo e scrittore turco, naturalizzato polacco, Nazim Hikmet, si è lasciato ispirare dal Natale. Nel dicembre del 1961, infatti, a Tallinn, ha composto “L’albero di Natale”, di seguito riportata:

A sud del golfo di Finlandia la notte

vicino al mare brumoso

l’albero di Natale scintilla

tra oscure torri gotiche

corazze di cavalieri teutoni

e ciminiere di fabbriche

l’albero di Natale

l’albero di Natale canta

sulla piazza bianca di neve

canzoni dell’Estonia

lunghissimo scintillante

pagliuzzato d’oro

l’albero di Natale

tu sei nella palla di vetro rosso

i tuoi capelli son paglia gialla le ciglia azzurre

sono io che l’ho appesa

mettendotici dentro

il tuo collo bianco è lungo e rotondo

ti ho messa nella palla di vetro rosso

con i miei dubbi

con le mie ansietà con le mie parole

le mie speranze le mie carezze

a tutti gli alberi di Natale a tutti gli alberi

a tutti i balconi le finestre i chiodi le nostalgie

ho appeso la palla di vetro rosso.

E’ invece dedicata ai Re Magi la poesia “I Tre Santi Magi” del poeta tedesco Heinrich Heine:

I tre santi Re Magi dall’Oriente

chiedono in ogni piccola città:

«Cari ragazzi e giovinette,

dite, la strada per Betlemme è per di qua?»

 Né i giovani né i vecchi non lo sanno

e i tre Re Magi sempre avanti vanno;

ma una cometa d’oro li conduce

che lassù chiara e amabile riluce.

 La stella sulla casa di Giuseppe

ecco s’arresta: là devono entrare.

Il bovetto muggisce, il bimbo strilla,

e i tre Re Magi prendono a cantare.

“La stella di Natale”, di cui riportiamo di seguito un estratto, è invece il titolo di una poesia dello scrittore e poeta russo  Boris Pasternak

Era inverno

e soffiava il vento della steppa.

Freddo aveva il neonato nella grotta

sul pendio del colle.

L’alito del bue lo riscaldava.

 Animali domestici stavano nella grotta.

Sulla culla vagava un tiepido vapore.

Dalle rupi guardavano

assonnati i pastori                                                           

gli spazi della mezzanotte.

E li accanto, sconosciuta prima d’allora,

più modesta di un lucignolo

alla finestrella di un capanno,

tremava una stella

sulla strada di Betlemme.

Tra le poesie scritte da poeti stranieri per il Natale, citiamo, infine, la bellissima “A Natale” dello scrittore, poeta e insegnante statunitense Henry van Dyke:

Siete disposti a dimenticare quel che avete fatto per gli Altri

e a ricordare quel che gli altri hanno fatto per Voi?

A ignorare quel che il mondo vi deve

e a pensare a ciò che voi dovete al mondo?

 A mettere i vostri diritti in fondo al quadro,

i vostri doveri nel mezzo

e la possibilità di fare un po’ di più del vostro

dovere in primo piano?

Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi,

e a cercare di guardare dietro i volti per vedere il cuore ?

A capire che probabilmente la sola ragione

della vostra esistenza non e’

cio’ che voi avrete dalla Vita,

ma ciò che darete alla Vita?

A non lamentarvi per come va’ l’universo

e a cercare intorno a voi

un luogo in cui potrete seminare

qualche granello di Felicità?

Siete disposti a fare queste cose

sia pure per un giorno solo?

Allora per voi Natale durerà per tutto l’anno.

Buon Natale!

Concludiamo questa breve carrellata di poesie natalizie con “Buon Natale” della poetessa Alda Merini con la quale auguriamo ai nostri lettori un sereno Natale.

A Natale non si fanno cattivi

pensieri ma chi è solo

lo vorrebbe saltare

questo giorno.        

A tutti loro auguro di

vivere un Natale

in compagnia.

Un pensiero lo rivolgo a

tutti quelli che soffrono

per una malattia.

A coloro auguro un

Natale di speranza e di letizia.

Ma quelli che in questo giorno

hanno un posto privilegiato

nel mio cuore

sono i piccoli mocciosi

che vedono il Natale

attraverso le confezioni dei regali.

Agli adulti auguro di esaudire

tutte le loro aspettative.

Per i bambini poveri

che non vivono nel paese dei balocchi

auguro che il Natale

porti una famiglia che li adotti

per farli uscire dalla loro condizione

fatta di miseria e disperazione.

A tutti voi

auguro un Natale con pochi regali

ma con tutti gli ideali realizzati.

[foto: https://pixnio.com/it]

A proposito di Antonella Sica

Napoletana, laureata in Comunicazione pubblica, sociale e politica alla Federico II. Giornalista pubblicista; appassionata di musica, sport, attualità, comunicazione. Ama scrivere, fotografare, creare lavorando all'uncinetto e a punto croce. Realizza bijoux a crochet utilizzando anche materiale di riciclo.

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