Le migliori registe nel cinema: 6 tra i nomi più importanti

migliori registe

Nel corso della storia cinematografica il ruolo delle registe è stato sempre sottorappresentato e non riconosciuto abbastanza. Negli ultimi anni si è assistito a una maggiore presenza femminile nel cinema con alcune delle migliori registe che hanno segnato e contribuito nell’industria cinematografica con prodotti strabilianti ed eccezionali. Anche se non si può parlare ancora di un livello di parità con i registi, le registe stanno pian piano irrompendo all’interno della scena cinematografica così da ricevere un posto ancora non ben consolidato, ottenendo in alcuni momenti dei riconoscimenti internazionali per il loro talento.

Il 2020 è stato sicuramente un anno che ha visto prodotti cinematografici prevalentemente di registe donne, come Birds Of Prey pellicola diretta da Cathy Yan, Wonder Woman 1984 diretta da Patty Jenkins, Emma diretta da Autumn de Wilde, Mulan diretta da Niki Caro. Scopriamo ora alcune registe strabilianti che hanno permesso all’industria del cinema di conoscere una prospettiva diversa e portato avanti un progresso che sempre di più punta all’abbattimento delle barriere e diseguaglianze del genere e che hanno offerto maggiore visibilità e opportunità.

Le 6 migliori registe nel cinema

1. Greta Gerwig

Attualmente Barbie di Greta Gerwig ha sicuramente il primato poiché dal giorno della sua uscita ha rivoluzionato la frequentazione dei cinema in un mese tanto caldo e poco affollato in Italia. La regista si configura come uno dei nomi più influenti del cinema indipendente e come una delle migliori registe di tutti i tempi.

Il film di debutto è Lady Bird del 2017. La pellicola racconta la storia di una ragazza all’ultimo anno di scuola e il suo difficile rapporto con la madre; con Lady Bird, Gerwig ha vinto il Golden Globe per miglior film commedia o musicale e ha anche ricevuto due candidature al Premio Oscar per miglior sceneggiatura originale e miglior regista, categoria nella quale si è configurata come la quinta donna ad essere stata nominata. Nel 2019 esce il suo adattamento cinematografico del libro Piccole Donne con il quale la regista si aggiudica la candidatura al Premio Oscar per miglior sceneggiatura non originale. La sua figura è dunque chiave per la nuova generazione di cineasti soprattutto per i suoi progetti focalizzati sul rappresentare le voci femminili e le diverse prospettive aprendo la strada alle future donne registe.

2. Sofia Coppola

È una regista con un nome già conosciuto perché figlia del regista Francis Ford Coppola; inoltre, il suo nome figura tra quelli del nuovo cinema statunitense ed è per questo una delle migliori registe. Il suo film di debutto risale al 1999 ed è il celebre Il giardino delle vergini suicide.

Nel 2004 è stata la prima donna americana a essere nominata e ad aver vinto il premio Oscar per miglior sceneggiatura originale con il film Lost in Translation – L’amore tradotto. Nel 2006 con Maria Antonietta, una pellicola che racconta in chiave pop la vita di corte della consorte del re Luigi XVI, è nominata alla Palma d’Oro del Festival di Cannes. Con Somewhere ha ricevuto il Leone d’oro presentato nel 2010 alla 67° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 2017 dirige L’inganno, la pellicola racconta della storia di un collegio femminile della seconda metà dell’Ottocento che durante la guerra civile viene protetto fino a quando un soldato ferito non viene ritrovato nelle vicinanze; con questo film Sofia Coppola si aggiudica il premio di Miglior Regia al Festival di Cannes, rendendola la seconda tra le registe a ricevere il premio. Alla 80° edizione della Mostra del Cinema di Venezia è stata nominata con Priscilla, una pellicola basata sull’adattamento delle memorie di Priscilla Presley, scritte nel 1985 nel libro Elvis and me.

3. Ava DuVernay

Una figura importante tra le migliori registe del cinema contemporaneo perché con le sue opere si focalizza su storie profonde e con diverse rappresentazioni. È la prima donna afroamericana a essere selezionata all’80° edizione della Mostra del Cinema di Venezia con il film Origin: un traguardo importante nel percorso dei piccoli passi delle donne registe nel mondo cinematografico.

Il suo primo progetto risale al 2005 e riguarda un cortometraggio basato sulle esperienze della madre, con la trama che racconta del viaggio di una madre single in difficoltà con i suoi tre figli fino a un negozio di alimentari a Los Angeles. In seguito realizza diversi cortometraggi e lungometraggi, tra cui August 28: A Day in the Life of a People, che racconta della storia afroamericana distribuita in 22 minuti divisi in sei eventi storici importanti, come la sanzione regia di Guglielmo IV all’abolizione della tratta degli schiavi nel 1833, o più recente l’accettazione di Barack Obama per la nomina democratica alla presidenza del 2008.

Le è stato anche chiesto di dirigere Black Panther, ma la regista declinò l’offerta perché aveva idee diverse dal progetto che aveva in mente la Marvel. Altri progetti importanti sono Selma – La strada per la libertà, un film drammatico che si basa sulle figure di Martin Luther King e il presidente Lyndon B. Johnson e le marce da Selma a Montgomery per i diritti di voto con il quale ha ricevuto la candidatura agli Oscar come Miglior Film e ha rappresentato un punto di svolta per la regista che ha ricevuto la candidatura al Golden Globe per la regia, diventando la prima donna afroamericana a riceverla. XIII emendamento si focalizza sulla storia razziale nel sistema di giustizia penale degli Stati Uniti poiché il titolo si basa sul medesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America che ha permesso l’abolizione della schiavitù, il film è disponibile su Netflix dal 2016. Nelle piaghe del tempo è una pellicola del 2018 disponibile su Disney+ basata sul romanzo di Madeleine L’Engle del 1963 e che racconta di una ragazza che ha la capacità di viaggiare attraverso lo spazio e il tempo.

4. Chloé Zhao

Ancora un’altra tra le voci e migliori registe più influenti del cinema contemporaneo. La sua carriera inizia con dei film indipendenti e documentari che le permettono di ottenere un grande riconoscimento. Il primo progetto di debutto della regista è stato un lungometraggio del 2015, Songs My Brothers Taught Me che racconta di una storia di due fratelli in una riserva indiana che devono affrontare la morte improvvisa del padre; con questo progetto la regista riceve elogi dalla critica per la sua profondità emotiva e la rappresentazione autentica della cultura dei nativi americani. Nel 2020 esce Nomadland, una pellicola che si basa sul libro di Jessica Bruder e che racconta la storia di una donna che diventa una nomade moderna e viaggia in camper dopo aver perso lavoro e casa; con questa pellicola la regista ottiene l’enorme successo e visibilità diventando la seconda donna e la prima donna asiatica a vincere il premio Oscar per Miglior Regista. Successivamente ha lavorato sul suo primo progetto distaccato dal cinema indipendente con Eternals, pellicola sui supereroi del Marvel Cinematic Universe e prodotto da Marvel Studios.

È una delle registe più importanti e celebri attualmente perché i suoi lavori comprendono una visione unica e una sensibilità verso la condizione umana che ha irrotto nell’industria cinematografica contemporanea, focalizzata sulla bellezza delle piccole cose che incarnano l’esperienza umana e una minuziosa attenzione sulle persone emarginate della società.

5. Chantal Akerman

La sua figura è significativa per il cinema femminista e avanguardista perché ritenuta una delle più rilevanti fra i migliori registi e le miglior registe contemporanei. Ispirata da bambina dal film Il bandito delle 11, decide di diventare regista. Il suo primo progetto cinematografico è stato un cortometraggio, Saute ma ville del 1968. Il 1971 è l’anno in cui decide di trasferirsi a New York e vi rimane per un anno durante il quale affronta un’esperienza formativa al fianco di grandi nomi come Andy Warhol.

Durante il suo periodo negli Stati Uniti realizza vari cortometraggi e mediometraggi che presentano l’attenzione al dettaglio, a una messa in scena lenta e all’uso consapevole dello spazio e del tempo. Ritornata a Parigi nel 1974 gira il primo lungometraggio Je, tu, il, elle in cui si può notare la forte influenza dello sperimentalismo americano rispetto alle scene di sesso con un distacco voluto con l’intento di eliminare qualsiasi connotazione pornografica. Il suo secondo lungometraggio è anche il più celebre, Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles; una pellicola che si configura come uno dei capolavori del cinema d’autore e sperimentale con una innovativa trasformazione narrativa e nell’approccio visivo. La trama si basa sulla vita quotidiana di una vedova che vive con suo figlio adolescente e si svolge in tre giorni nella loro casa a Bruxelles. È una pellicola unica nel suo genere che rompe le convenzioni narrative tradizionali e invita a riflettere sulla condizione umana, sul genere e sulla routine.

6. Agnès Varda

La sua figura è di spicco nel cinema francese soprattutto per il movimento cinematografico Nouvelle Vogue, nato alla fine degli anni Cinquanta e di cui ne è considerata la pioniera anche se la regista rifiutava questa etichetta. Nel 1954 esce il suo film di debutto Le pointe courte, precursore del movimento e pellicola celebre perché introduce una novità nel cinema francese: un modo di fare cinema intimo e personale che si sofferma sulle complessità dell’animo femminile. Nel 1965 con il film Il verde prato dell’amore, una storia incentrata su rapporti di uomo-donna e la libertà amorosa, vince l’Orso d’argento, gran premio della giuria al Festival di Berlino, che le permise di essere conosciuta in Europa e negli Stati Uniti.

La sua arte cinematografica è sempre stata legata alla realtà e non ha mai lasciato il genere documentario con una sensibilità verso temi sociali e umani; viene infatti definita come la prima donna cineasta tra le registe. Ha vinto un Leone d’oro con il film Senza tetto né legge che esplora la vita di un senzatetto e le difficoltà nella società. Con l’attrice Jane Birkin filma e nasce Jane B. par Agnès Varda che si configura a metà tra documentario e fiction. Nel 1995 rilascia il suo tributo all’arte cinematografica, Cento e una notte, un film corale con i grandi attori dell’epoca realizzato per celebrare il centenario del cinema; un film diverso da tutti quelli mai diretti dalla regista che invece erano più personali e con attori meno conosciuti. Stilata tra le migliori registe visto che, tra l’altro, nel 2017 si configura come la prima donna regista a ricevere l’Oscar d’onore.

Fonte immagine: Youtube dal trailer di Barbie.

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