4 Luglio: 4 insolite icone dell’indipendenza americana

4 Luglio: 4 insolite icone dell'indipendenza americana

Barbecue, musica, fuochi d’artificio e bandierine a stelle strisce sono solo alcune delle cose che la televisione e i media ci hanno abituato ad immaginare quando pensiamo al 4 Luglio: l’Independence Day.
Andando di circa 247 anni indietro con il calendario potremmo scoprire una data simbolo degli ideali su cui è fondata la più grande potenza al mondo: l’indipendenza, la libertà e il diritto alla felicità.
Il 4 Luglio 1776 a Filadelfia, nel grande stato della Pennsylvania,  viene firmata la Dichiarazione d’Indipendenza redatta da John Adams, Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, Roger Sherman, e Robert Livingston.
Questi sono solo alcuni dei 56 membri del Congresso, molti di loro vengono tutt’ora riconosciuti come padri fondatori e addirittura sia Jefferson che Adams furono presidenti morendo in quello che fu il 50esimo anniversario dell’Independence day: il 4 Luglio  1826.
Dalla fine della rivoluzione americana, avvenuta combattendo militarmente il Regno Unito dal 1775 al 1783, alla nascita della Costituzione nel 1788 siamo abituati a scandire la storia statunitense sulla base dei festeggiamenti federali: il 4 Luglio, il Labor Day e il Thanksgiving.
Celebrare il 4 Luglio significa ripercorrere la storia di un’ex colonia inglese che costruisce sulla resistenza un modello economico che trionfa in tutto il mondo: dall’industria cinematografica a quella dell’alta tecnologia oggi viviamo in un mondo che più che globalizzato si è quasi americanizzato,
Il merito di tante scoperte che rendono l’America la grande nazione che conosciamo oggi è attribuibile ad un vasto numero di inventori, artisti ed attivisti che vivevano la loro americanità andando anche oltre lo stereotipo.

Spesso associamo l’America a Twitter, Facebook, Instagram e Tiktok; tutte queste piattaforme hanno in comune una donna: Hedy Lamarr, una figura storica che soprattutto per chi festeggia il 4 Luglio in maniera digitale non può non essere ricordata.
Nella sbrilluccicante Hollywood degli anni trenta arriva una giovane viennese, Hedwig Eva Maria Kiesler, che come tanti scappava dall’Anschluss del nazionalsocialismo tedesco.
Già sposata all’età di diciannove anni Hedwig divorzierà nel 1937 dall’imprenditore nazista Fritz Mandl e verrà consacrata a stella della casa di produzione MGM grazie ai ruoli nelle pellicole noir Un’americana nella Casbah e La signora dei tropici. Di bell’aspetto, dai modi vivaci ma accorti oltre agli impegni cinematografici e i figli la vera rivoluzione della vita della giovane Hedy non fu quella dello schermo ma fu proprio quella che partí dall’esigenza di combattere le proprie origini.
Negli anni della vicinanza al nazismo, tramite gli affari dell’industria delle armi gestiti dal primo marito, aveva accumulato diverse informazioni circa la protezione delle comunicazioni dai tentativi di controllo nemici. Assieme a George Antheil nasce il Secret Communication System, esso verte sulla possibilità di trasferire segnali radio in una sequenza nota solo al trasmettitore e al ricevitore.
Nonostante il brevetto di questo sistema fosse stato depositato, la Marina militare americana boccia l’installazione dello stesso a brodo delle proprie imbarcazioni causando il declino del progetto.
Nel dopoguerra Hedy Lamarr completa il processo di naturalizzazione, lotta con la dipendenza dalle droghe e gli uomini che si susseguono nella sua vita e nel vorticoso via vai che è stato il suo percorso da attrice iper-sessualizzata, la sua scoperta viene rivalutata durante la crisi missilistica di Cuba ed è la base portante degli studi e degli sviluppi fatti nel campo wireless, nel 2000 anno della sua morte, viene introdotta nella prestigiosa National Inventors Hall of fame.
La sua è la storia di una donna che ha saputo scegliere gli ideali di libertà sia nella vita privata che nell’ambito lavorativo, senza i contributi che coraggiosamente ha donato all’America andando contro la sua stessa nazione, il digitale come lo conosciamo oggi non potrebbe esistere.

4 Luglio, 4 insolite icone dell'indipendenza americana.

Dopo gli avvenimenti più recenti, dalla morte di George Floyd alla sconfitta di Trump o ancora andando indietro alla tragedia delle Torri Gemelle; il 4 Luglio è anche consapevolezza circa il decadimento degli ideali del sogno americano. Ormai inapplicabile una retorica di meritocrazia e uguaglianza, la violenza perpetrata contro minoranze etniche e culturali è ai massimi storici.
Per onorare chi il 4 Luglio lo ha creato versando il proprio sudore in quanto schiavo, ricordiamo il sociologo William Edward Burghardt Du Bois, il primo afroamericano a ricevere il dottorato presso l’Università di Harvard, tra i primi a denunciare su carta le condizioni degli afro discendenti in America nonché fondatore di diversi movimenti panafricanisti per i diritti civili.
Aver avuto un  presidente afroamericano non significa essere andati oltre il concetto di razza e di razzializzazione della politica, in America tutt’oggi la maggior parte dei politici è di etnia caucasica, per indagare come trovare migliori opzioni di inclusività i lavori di Du Bois sono sicuramente un must.
Du Bois, comunista radicale vicino a Martin Luther King,  teorizza il concetto di linea di colore come problema del ventesimo secolo, il suo pensiero anti-coloniale traccia il trauma della schiavitù dando un nome alla frattura esistente dal punto di vista economico, sociale e culturale tra bianchi e neri in tutto il mondo.
Rintracciando la nascita della razza come categoria che deriva dalla supremazia bianca e dalla Guerra civile, Du Bois arriva alla conclusione che in un sistema in cui il colore divide lo schiavo dal padrone la sola arma forte abbastanza per combatterlo è creare un sentimento di appartenenza.
Solo rovesciando il nazionalismo americano bianco, creando spazio per dare voce ad un nuovo modo di fare democrazia, la società può rinascere e smettere di categorizzare gli individui sulla base di false pretese biologiche.

4 Luglio è soprattutto divulgazione culturale, in questo caso non può non essere citata la poetessa più apprezzata della letteratura americana: Emily Dickinson
La sua poesia rappresenta uno squarcio dell’America della guerra civile, verso la fine dell’Ottocento i suoi lavori insieme a quelli di Whitman danno un nuovo significato alla vita e alla morte.
Era fortemente legata alle vicende storiche del suo tempo, si interessò molto al pensiero di Emerson e tramite le brevi battute con cui scriveva le sue poesie ha creato dei veri e propri campi di battaglia tramite la punteggiatura, il ritmo cadenzato quasi da filastrocca e la satiraDickinson, con il silenzio assordante della guerra che ingloba la nazione narra il silenzio interiore che si fa agonia nel non riuscire a connettersi con il mondo esterno. Questo è sicuramente un dispositivo letterario dalla potenza unica, grazie a temi di questa portata viene superato lo stile vittoriano in favore della riflessiva ecletticità dell’autrice. 
Emily  Dickinson, una donna la cui vita si distacca dall’immagine pia e asociale che molte biografie restituiscono ai più, ha contribuito al risollevamento morale dell’America creando un nuovo culto della morte incentrato sulla dimensione spirituale, la morte lega i caduti per gli ideali della patria, la condivisione del lutto prende una piccola solitudine e la rende una solitudine più grande: una solitudine chiamata America.

Infine, per un 4 Luglio dove le stelle non sono solo quelle della bandiera americana, occorre ricordare George Takei. Attore nippo-americano, nasce a Los Angeles nel 1937 ed è tra gli attivisti asiatici più rilevanti negli Stati Uniti. La sua vita lo ha naturalmente portato ad interrogarsi sul significato della parola indipendenza, durante la Seconda Guerra Mondiale vive nei campi di internamento per giapponesi in Arkansas, nonostante il passato doloroso riesce a laurearsi all’Università di Berkeley ma abbandona la professione per dedicarsi alla recitazione. In più interviste racconta di come da piccolo durante il Pledge of allegiance, giuramento  di fedeltà alla bandiera nazionale solitamente effettuato a scuola durante le prime ore di lezione, egli avvertisse il peso delle sue esperienze vissute nel campo di Rohwer, battersi per i diritti civili contro la xenofobia è il patrimonio che vuole lasciare alle generazioni future. Negli anni ’80 l’attore di Star Trek è stato in prima linea presso il Congresso statunitense nel momento delle scuse ufficiali dello stato verso tutti i cittadini nippo-americani trattati ingiustamente durante la guerra, il Civil Liberties Act redatto sotto l’amminisrrazione Raegan è una chiara evidenza di come dalla voce di un singolo possano scaturire tanti eco che meritano di essere non solo ascoltati ma capiti. Sfidando gli stereotipi legati alla rappresentazione dei personaggi asiatici sul piccolo e sul grande schermo, è stato tra i primi attori asian-american a lavorare per sensibilizzare l’opinione pubblica. Hikaru Sulu è un personaggio pragmatico, un ruolo non subalterno ma che valorizza l’intelletto e l’ingegno asiatico, per questo è stato per molti americani un vero e proprio primo approccio positivo ad un’identità asiatica nel dopoguerra.
Il coming out nel 2005, raccontato in uno dei TedTalk più visti su Youtube The power of Pride, è stato un processo lungo ed esplorato parallelamente a quello etnico,: da adolescente visse con iniziale disagio la corporeità di quei suoi lineamenti che erano il simbolo del nemico, della terribile bancarotta a cui fu costretta la sua famiglia; ciononostante egli è sempre stato fiducioso che le esperienze negative sarebbero state il carburante di cambiamenti positivi nella sua vita.
Oggi George Takei è sposato con  Brad Altman,  storico compagno di vita che lo ha segretamente accompagnato nelle vicende professionali dalla fine degli anni ’80. Il suo vivo interesse per la tutela della diversità lo ha portato ad essere protagonista di diverse iniziative nell’anno 2022, quando dopo l’ipotesi di legge che proibiva di discutere l’omosessualità nelle scuole, egli propone il suo cognome come parola sinonimo di gay per evitare la censura di argomenti che oggi non possono essere lasciati fuori dai banchi di scuola.
Seguitissimo sui social per i suoi meme – like comments, ossia commenti sarcastici e brevi su temi contemporanei, il suo linguaggio semplice ed efficace continua ad influenzare non solo i fan di Star Trek ma intere famiglie, condividendo le sue esperienze riesce a collegarsi al senso di inadeguatezza dei giovani che non trovano una corrispondenza tra la loro vita e l’attualità politica. Takei mostra che così come i suoi nonni si  sono mossi per esplorare l’America in quanto posto nuovo, lui invita i giovani a fare lo stesso e a non perdersi di coraggio: a puntare alle stelle avendo sempre a cuore la pace sulla Terra: questa è la comune missione di ognuno di noi.

 

Immagine in evidenza: Pixabay

A proposito di Musco Francesca

Laureata in Mediazione Linguistica e Culturale, scrivo per dare sfogo alla mia loquacità e alle mie passioni. Quando non scrivo studio antropologia, guardo Drag Race e consumo mazzi di tarocchi.

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